Tubettificio: ipotesi di ripartenza

La trattativa sui posti da salvare

La nuova società dovrebbe nascere il primo giugno con un organico di 60 persone, entro fine mese ci saranno i numeri dei lavoratori con i requisiti per arrivare alla pensione

È da costruire il futuro del Tubettificio europeo. E, come conseguenza, restano ancora incerte le prospettive dei 120 posti di lavoro, pur nell’impegno di impresa, sindacato e istituzioni di dare continuità al sito produttivo di Pescarenico.

Ci sono comunque dei punti fermi. La proprietà ha formalizzato al tribunale un’istanza di fallimento in proprio (il giudice dovrebbe esprimersi giovedì 28). In conseguenza di tale richiesta, il giudice sta valutando la possibilità di concedere all’azienda un mese di esercizio provvisorio così da proseguire nella produzione. Mentre i lavoratori hanno ottenuto una proroga fino al 15 maggio della cassa integrazione ordinaria. L’ammortizzatore sociale interessa a rotazione la metà dei dipendenti.

Fin qui siamo ai punti fermi che ieri la direzione aziendale ha comunicato a Mauro Castelli (Fiom), Giovanni Gianola (Fim), Enrico Azzaro (Uilm) e ai delegati di fabbrica. I sindacalisti hanno poi incontrato i lavoratori in assemblea per presentare le novità e per delineare le possibili prospettive. E proprio con riguardo al futuro, la direzione aziendale ha comunicato ai sindacalisti l’intenzione di avviare dal primo giugno una nuova società, una new co che potrebbe avere la denominazione di Tubettificio europeo srl (l’attuale società è una spa), con la partecipazione di nuovi soci. La new co dovrebbe dare continuità alla produzione con l’affitto degli impianti per 24 mesi, e con un organico che - nei progetti aziendali, e in fase di avvio - sarebbe di 60 unità, incrementabili di altre 20 nel corso dell’anno. Questo è il progetto dell’azienda. Di contro i sindacati vogliono ottenere garanzie per tutti i 120 dipendenti in organico, anche con il ricorso allo strumento della mobilità per le persone (una decina) che stanno maturando i requisiti per la pensione, o che hanno l’opportunità di un altro lavoro (sul mercato gli iscritti alla mobilità sono più appetibili perché le imprese che li assumono beneficiano degli sgravi contributivi).

Per capire quanti tra i 120 dipendenti sono interessati a farsi assumere dalla new co azienda e sindacati hanno concordato di darsi una settimana di tempo. Quando il quadro dei numeri sarà definito, azienda e sindacati cercheranno gli strumenti per conciliare le esigenze occupazionali con quelle del conto economico.

In sostanza, secondo i piani aziendali, il costo del lavoro dovrà essere compatibile con le esigenze di un equilibrio economico.

L’avvio della nuova società avrebbe come fine l’arrivo di un nuovo imprenditore che acquisterebbe un’impresa dotata di tecnologia, prodotti e mercati, in equilibrio economico e finanziario e con interessanti prospettive di crescita.

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