Renzi in città: «Letta? Fa assist a Meloni»

Elezioni Il leader di Italia Viva riempie Sala Ticozzi e ne ha per tutti: «Salvini? Ha perso la sua scommessa». Rusconi punge il Pd: «Hanno scelto lo spazio da 80 posti». Presenze trasversali di sindaci ed ex avversari

Alla fine la scommessa della giornata la vince Antonio Rusconi. Prenotata la Sala Ticozzi, 260 posti occupati e qualcuno in piedi. Matteo Renzi e relativi staff di Italia Viva ridono sotto i baffi e ringraziano.

E poi la platea. Unica nel suo genere, almeno se si pensa alla Seconda Repubblica locale. C’è Mauro Del Barba, ovviamente, con i candidati Stefano Motta e Giuseppe Conti. C’è Luca Perego (ex +Europa), ma anche Beppe Mambretti e il suo gruppo ex Toti. E poi i sindaci civici: Giovanni Montanelli e Beppe Conti, ma anche Dante De Capitani e Bruno Polti. C’è qualche biglietto timbrato da cielle, e c’è Giampiero Redaelli, galassia Fism. Da Palazzo Bovara, marcano presenza Alessandra Durante e Matteo Ripamonti (Fattore Lecco). C’è Corrado Valsecchi e Marco Cariboni.

L’ex premier

Ma, appunto, l’attesa è solo per l’ex premier. Ed è il solito Renzi. Anche e soprattutto verso gli avversari. «Il linguaggio della Meloni non è quello di chi vuole governare il Paese. L’Europa ha dato 200 miliardi di euro al Paese e lei è l’unica che ha votato contro. Faremo di tutto perchè lei non sia premier, ma se lo sarà rispetti l’Europa. Anche perché il conto lo pagano le famiglie italiane. Letta? Fa campagna elettorale per la Meloni. Dice di aumentare le tasse, mai successo. La destra promette le scelte più mirabolanti, lui invece promette le tasse. Noi, dal canto nostro, siamo quelli che i fatti li hanno collezionati. Siamo quelli del Job’s Act, di Industria 4.0, del superammortamento. Chiedete agli altri cosa hanno fatto. Solo chiacchiere».

E su Salvini: «Sta vivendo un momento di difficoltà politica e personale. Questa scommessa politica era per andare al governo lui e vede in testa la Meloni. Al Nord certe cose si pagano. Chi ha votato il reddito di cittadinanza? Lui. Gli unici ad aver detto da subito che non avrebbe funzionato, che non era giusto dare soldi a chi sta sul divano, siamo stati noi con Carlo Calenda. Votarci? Non siamo i più simpatici, ma non vi invitiamo fuori a cena. Vi promettiamo di poter uscire da una situazione complicata. A chi affidereste il vostro portafogli? A Salvini e Meloni? A Di Maio e Fratoianni? A Conte?».

Il derby

Una battuta anche sull’evento contemporaneo in casa Pd, ospite la capogruppo dem Simona Malpezzi. «La ricordo felice quando votava la Buona scuola e Industria 4.0. Saperla oggi costretta a votare per archiviare il Job’s Act mi fa pensare che anche per lei non devono essere moemnti semplici. Tra Letta e Meloni? Scelgo Mario Draghi».

Qualche sassolino, infine, se lo toglie Rusconi. «Il Pd ha prenotato la sala da 80 posti, noi questo posticino da 270. Non male. Il voto utile? Se qualcuno si sente rappresentato da Ronzulli e Braga, come leggo dai giornali locali, faccia pure. Noi candidiamo Motta e Conti, professionisti e imprenditori cui il governo Renzi, a suo tempo, aveva dato risposte concrete».

© RIPRODUZIONE RISERVATA