Cronaca / Lecco città
Domenica 28 Agosto 2016
Ragni, il saluto di Scola
«Io, giovane affascinato
da quei maglioni rossi»
La cerimonia L’arcivescovo di Milano ai Piani Resinelli
per la messa in onore dei 70 anni del gruppo di alpinisti
«Ero amico di Carlo Mauri, seguivo le loro imprese»
L’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, è arrivato ai Piani Resinelli sabato pomeriggio intorno alle 17.40. E’ stato accolto dagli applausi delle tante persone che lo stavano aspettando per la celebrazione della messa in onore dei 70 anni di fondazione dei Ragni di Lecco. Nella piccola chiesetta dei Piani Resinelli, i celebri maglioni rossi erano in prima fila, guidati dal loro presidente Fabio Palma, accanto al Coro Grigna e ad alcune autorità tra cui il sindaco di Lecco, Virginio Brivio, la vice sindaco Francesca Bonacina e l’assessore al bilancio Anna Mazzoleni.
Tanta gente, poi, ha seguito la celebrazione nella piazzetta antistante la chiesa, favorita anche da una splendida giornata. Il cardinale Scola ha concelebrato la messa con il prevosto di Lecco, monsignor Franco Cecchin, e con il parroco di Abbadia Lariana don Vittorio Bianchi, che ha accolto l’arcivescovo di Milano ringraziandolo e precisando come per la prima volta un cardinale celebrasse messa ai Resinelli.
Nella chiesetta strapiena è poi iniziata la messa accompagnata dai canti del Coro Grigna. All’inizio dell’omelia il cardinale Scola ha a sua volta ringraziato i Ragni per l’invito, particolarmente gradito: «Sono contento di essere qui a celebrare i 70 anni di una realtà prestigiosa come quella dei Ragni di Lecco, capace di portare il nome della nostra città in tutto il mondo. Quella dei maglioni rossi è stata un’esperienza straordinaria, che ha affascinato i tempi della mia giovinezza. Con Carlo Mauri, che per tutti era il Bigio, ho avuto una lunga amicizia e noi giovani lecchesi innamorati della Grigna guardavamo con ammirazione a quei nostri concittadini che scalavano cime incredibili come il Sarmiento o il Cerro Torre. Anche per questo oggi ci tenevo particolarmente ad essere presente». L’arcivescovo di Milano ha poi commentato le letture liturgiche con uno sguardo particolare all’esperienza dei Ragni: «Oggi la liturgia della parola ci ha richiamato all’umiltà e chi più e meglio dei Ragni sono in grado di testimoniarla attraverso il modo di affrontare la montagna e di saper rinunciare ad una scalata se questa si rivela impossibile. E’ l’umiltà del ritorno; è la capacità di accettare che la natura possa avere la meglio, che abbia una sua legge da rispettare».
Ed il cardinale ha precisato come l’umiltà sia la virtù che conduce alla pace e alla giustizia nel mondo e soprattutto nelle nostre famiglie: «Sono due le condizioni per essere umili e dunque aspirare alla pace. C’è innanzitutto la gratuità verso l’altro, soprattutto quando ha bisogno di noi. Quindi c’è l’avventura che è la vita; solo l’avventura ci può consentire di rimanere spalancati al futuro». E l’arcivescovo Scola ha concluso la sua omelia ricordando le parole di padre Augusto Gianola: «Io sono fatto così, vedo l’aldilà come la più bella delle avventure. Io direi a tutti di fare della vita la propria missione e avventura».
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