Ponte di Annone in aula
I sopravvissuti raccontano

Momenti di grande commozione ieri in Tribunale di Lecco. Testimoni, coinvolti e il camionista del Tir: «Vivi solo per caso»

Vivo solo grazie a una casualità. Quella di aver istintivamente sterzato il volante verso destra e di essersi poi gettato sul sedile del passeggero. «Quando ho riaperto gli occhi, dopo il botto, mi sono trovato faccia a faccia con il conducente del tir. Che era bloccato nella cabina del mezzo e gridava di aiutarlo». La drammatica testimonianza di Roberto Colombo, residente a Cesana Brianza, ha riportato il nastro indietro di quattro anni, alle 17.20 del 28 ottobre 2016, quando il ponte di Annone si è sgretolato sotto il peso del passaggio dell’autoarticolato della Nicoli Trasporti di Albino (Bergamo), guidato da Vasile Ciorei, di origini rumene, pure vivo per miracolo. Colombo è stato il primo dei testimoni della tragedia, costituitosi parte civile, a raccontare cosa accadde in Tribunale. Quattro gli imputati, accusati di “cooperazione colposa in disastro colposo”, tre tecnici e una funzionaria. Sentito anche il camionista del pesante mezzo che stava percorrendo il ponte al momento del crollo, per conto della Nicoli Trasporti. Ciorei, nel ricordare le drammatiche conseguenze di salute seguite all’incidente ha dichiarato che non era scortato da alcun mezzo. «La scorta non l’ho mai avuta, in ditta mi hanno detto che non era necessaria».

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