Morte di Liam Nuzzo, la madre condannata a dieci anni

Oggi la sentenza della Corte d’Assise di Como, dopo la riapertura del processo. Il capo d’imputazione riqualificato in omicidio preterintenzionale

Condanna a dieci anni, e la decadenza della potestà genitoriale sull’altra figlia. Questa la condanna formulata pochi minuti fa in Corte d'Assise a Como nei confronti di Aurora Ruberto, 39 anni, madre del piccolo Liam Nuzzo, nato all’ospedale di Lecco il 17 settembre e trovato morto in culla 28 giorni più tardi, il 15 ottobre.

La donna, pur a fronte della richiesta di assoluzione della Procura, è stata quindi condannata. Assolto, invece, perchè il fatto non sussiste, il padre Fabio Nuzzo.

L’iter giudiziario dei due ballabiesi si era riaperto poco più di un anno fa, con il decreto con cui Corte d’Assise d’Appello aveva disposto per i due ballabiesi il processo, ultimo atto di una trafila giudiziaria lunga sei anni e segnata da tre perizie (non allineate tra loro), da una iniziale richiesta di archiviazione da parte dal pubblico ministero titolare dell’indagine Cinzia Citterio e, nel 2019, dal giudizio di non luogo a procedere del gup Catalano, poi impugnato dalla Procura generale.

Il capo di imputazione è stato ora riqualificato: non più omicidio volontario, ma preterintenzionale, aggravato dal vincolo parentela. Gli atti saranno inviati in Procura per valutare anche la posizione dei medici coinvolti nella vicenda.

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