«Manzoni parla tutt’ora all’uomo di oggi», Mattarella in occasione dei 150 anni dalla morte dell’autore che celebrò il Lario

Cultura L’autore di una delle storie più emblematiche della letteratura italiana prese ispirazione dal nostro lago. «Dai diritti dell’uomo la concezione manzoniana si allarga a quella del diritto internazionale»

Sono passati 150 dalla morte dello scrittore che rese celebre in tutta Italia e in tutto il mondo il nostro lago. Anni in cui di Manzoni e dei Promessi Sposi non si è mai spesso di parlare, proprio a partire dalle sponde del Lario che hanno fatto da sfondo a una delle storie più amate della letteratura italiana. A parlarne oggi è stato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dalla Milano che lo ha visto nascere e diventare, insieme a Dante Alighieri, il principale riferimento letterario del nostro Paese, e che poi l’ha visto morire.

L’attualità delle pagine dei Promessi Sposi è oggi più tangibile che mai, come ha sottolineato Mattarella: «Alessandro Manzoni ci ha regalato alcune delle pagine più belle e intense della nostra letteratura. Il suo altissimo senso morale, la sua ispirazione ideale, insieme umana e cristiana, ci è continuamente di riferimento e da sprone. Come tutti gli spiriti eletti e gli artisti universali, Manzoni parla tuttora all’uomo di oggi, alle sue inquietudini e alle sue ricerche di senso, con voce autorevole, ferma e appassionata».

Tra i tanti elementi di attualità che si possono individuare nella scrittura manzoniana, non è da sottovalutare “La Storia della Colonna infame”, capace ancora oggi di darci una grande lezione sul potere e su come possa e debba rapportarsi al popolo, così come dei rischi che si corrono nell’inseguire un eterno consenso: «La «Storia della Colonna infame» ci ammonisce di quanto siano perniciosi gli umori delle folle anonime, i pregiudizi, gli stereotipi - ha detto Mattarella - e di quali rischi si corrano quando i detentori del potere - politico, legislativo o giudiziario - si adoperino per compiacerli a ogni costo, cercando solo un effimero consenso. Un combinato micidiale, che invece di generare giustizia, ordine e prosperità - che è il compito precipuo di chi è chiamato a dirigere - produce tragedie, lutti e rovine».

Libertà, giustizia, eguaglianza e solidarietà sono alcuni dei valori universali che animano questa storia che prende l’avvio proprio dalle acque del Lario. Valori che, ancora una volta, sono precursori di importanti svolte della storia universale e non solo italiana: «Nell’idea manzoniana di libertà, giustizia, eguaglianza e solidarietà si può scorgere una anticipazione della visione di fondo della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo del 1948. Una carta fondamentale, nata dopo gli orrori della Seconda Guerra mondiale, che individua la persona umana in sé, senza alcuna differenza, come soggetto portatore di diritti, sbarrando così la strada a nefaste concezioni di supremazia basate sulla razza, sull’appartenenza, e, in definitiva, sulla sopraffazione, sulla persecuzione, sulla prevalenza del più forte».

«Dai diritti dell’uomo la concezione manzoniana si allarga a quella del diritto internazionale - continua Mattarella - e dei rapporti tra gli Stati, dove si ritrova una critica lucida e serrata al nazionalismo esasperato. Perché la moralità, la fraternità e la giustizia devono prevalere sugli odi, sugli egoismi, sulle inutili e controproducenti rivalità».

Bisogna riflettere secondo Mattarella «sulla tendenza, registrabile in tutto il mondo, delle classi dirigenti a assecondare la propria base elettorale o di consenso e i suoi mutevoli umori, registrati di giorno in giorno attraverso i sondaggi, piuttosto che dedicarsi a costruire politiche di ampio respiro, capaci di resistere agli anni e di definire il futuro.Già nei Promessi Sposi, nei capitoli dedicati alla peste, Manzoni scriveva icasticamente a proposito di questi rischi: “Il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune”».

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