Lecco. Piccola industria: produzione in crescita
Il caro energia può frenare la ripresa

Api Lecco e Sondrio: l’associazione ha presentato l’indagine congiunturale su fine 2021 - In aumento le vendite, ma i margini si sono ridotti per effetto della lievitazione dei costi

Un nuovo riferimento per l’economia territoriale e per le aziende delle due province.

Api Lecco Sondrio ha concretizzato un progetto al quale lavorava da qualche tempo, l’avvio di una collaborazione con Confapindustria Lombardia che si avvale del supporto di Maria Garbelli dell’Università Bicocca di Milano per la realizzazione delle indagini del nuovo Centro studi.

Un servizio che, come hanno spiegato i vertici dell’associazione, ha l’obiettivo di avere il polso costantemente aggiornato sull’andamento delle aziende associate, che saranno al centro delle analisi condotte dagli esperti.

La presentazione del progetto è coincisa con l’illustrazione della prima indagine congiunturale, dedicata al quarto trimestre 2021 e basata su un campione di imprese che resterà stabile anche in occasione delle prossime rilevazioni e che rappresenta i comparti prevalenti sia in termini dimensionali che in relazione ai settori di appartenenza. In questo senso, i comparti più “pesanti” sono quello metalmeccanico (64% del campione) e produzioni meccaniche (15%). Prevalgono poi le imprese con un numero di dipendenti compreso tra 20 e 49 (36%; le varie fasce fino a 15 sono il 41%), mentre in termini di fatturato la forbice tra 2 e 20 milioni racchiude il 69%.

«L’anno che abbiamo chiuso da poco – hanno spiegato gli estensori dell’indagine - è stato molto positivo per le imprese associate. Nove su dieci, infatti, hanno registrato aumenti del proprio fatturato; la produzione è aumentata per l’84% degli intervistati anche se con aumenti considerevoli nei costi di gestione per il 90% delle aziende. L’occupazione resta stabile per il 54% del campione, 4 su 10 hanno implementato il proprio organico nel corso dello scorso anno».

In relazione ai mercati di sbocco delle aziende intervistate, cresce in modo marcato quello interno così come quello verso i Paesi dell’Unione europea, ma calano i partner dell’Europa non comunitaria e il resto del mondo.

A tenere banco resta comunque l’impennata che sta caratterizzando sia le materie prime che i beni energetici. Situazioni che stanno stressando non poco le imprese lecchesi e sondriesi, preoccupate per questa situazione incrociata, tanto che per evitare di subire l’andamento estremamente volatile dei prezzi, nel 2021 il 67% delle associate ha fatto ricorso straordinario al magazzino, gestione ritenuta più conveniente. L’atteggiamento prudenziale continua ancora oggi tra gli imprenditori: il 60% prevede anche per il 2022 di far ricorso allo stoccaggio interno.

«Per quanto riguarda il 2022 le aziende del Lecchese e della Valtellina mantengono un atteggiamento cauto per vari fattori di forte incertezza, in particolare per le tempistiche e i prezzi. I ritardi di consegna hanno condizionato 8 imprese su 10, e le mancate consegne hanno generato complessità organizzative per il 45% degli intervistati. L’altro aspetto che desta forte preoccupazione tra i nostri imprenditori sono gli aumenti dei costi per l’energia: il 41% di loro ha dichiarato di essere “in allarme” e 2 su 10 sono “molto preoccupati”».

© RIPRODUZIONE RISERVATA