Lecco. In una “app”
tutti i dati di produzione

La Briasoft di Lecco ha messo a punto un software applicabile a macchinari e impianti

«Il nostro è un sistema slegato dalla macchina. Può dunque essere spostato ed è perciò molto versatile»

La Briasoft, software house lecchese fondata nel 2007 da Flavio Bianchi, sembra aver segnato una svolta nella crescita attraverso la messa a punto di un’applicazione destinata alle imprese per la raccolta dei dati di produzione.

«Abbiamo iniziato in modo sperimentale e ha funzionato - spiega Bianchi - c’è stato un primo progetto sviluppato su tablet Android per un’officina meccanica. Su una ventina di macchinari – spiega – abbiamo installato dei tablet con lettori di codice a barre e un’app sviluppata appositamente per rilevare la lavorazione».

Le macchine a controllo numerico ovviamente fanno già tutto quel che serve per dare dati dettagliati sulla produzione, ma la differenza, ci spiega l’artigiano digitale, «sta nel fatto che il nostro è un sistema slegato dalla macchina e può dunque essere spostato, posizionato su un centro di lavoro, ad esempio anche solo un trapano, indipendente dalla macchina e perciò estremamente versatile nell’utilizzo».

Ogni volta, spiega Bianchi, la progettazione è adeguata con software messi a punto sempre su precise esigenze del cliente: «Non vendiamo a pacchetto – afferma Bianchi – ma solo con sistemi realizzati su misura e chiavi in mano».

Il lavoro, aggiunge, sta funzionando col passa parola per clienti che stanno in buona parte in Nord Italia, dalla Lombardia al Friuli, ma anche nel Sud, a Catania, e in Brasile. La rete non ha barriere «e noi – aggiunge – utilizziamo ampiamente le tecnologie per comunicare con clienti lontani e per fare i nostri aggiornamenti nel servizio ai clienti. Ciò è funzionale al nostro tipo di produzione. Abbiamo sviluppato un nostro sistema, simile a quanto accade ad esempio con whatsapp che viene aggiornato in automatico dallo smartphone, che ci consente di aggiornare i software dei clienti a distanza, dal nostro ufficio. E questa è un’altra cosa che i sistemi a bordo macchina non possono fare».

Dalle catene di negozi per parrucchieri alle piccole imprese meccaniche, la clientela di Bianchi è costituita da imprese «piccole ma strutturate – spiega – che in media hanno 15 dipendenti. Ora – aggiunge – avvieremo un nuovo software per una carpenteria che vuole calcolare i pezzi prodotti».

Bianchi spiega che nella crisi il suo lavoro non è calato, e che anzi in questo periodo «anche i pagamenti dei clienti iniziano a girare meglio. Nessuno paga a 30 giorni ma almeno sui 60 giorni possiamo contare».

Bianchi, alle spalle una formazione al Badoni di Lecco, ci spiega del suo «modo diverso di essere artigiano in un settore estremamente innovativo. Quel che conta – aggiunge – oltre alla costruzione delle proprie competenze per me è stare in mezzo a questo mio mondo anche attraverso la partecipazione alla categoria delle nuove tecnologie di Confartigianato, di cui faccio parte dopo essere stato anche nel gruppo giovani».

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