Lecco. «Il tirocinio in azienda
è fondamentale»

Formazione: Giovanni Colombo, direttore Enaip Lecco, sottolinea l’importanza dell’alternanza scuola-lavoro. «I ragazzi sono seguiti in ogni fase: con le imprese si costruisce un percorso che inizia prima dell’avvio degli stage»

«In questo momento si sta dedicando grande attenzione, a livello nazionale, all’incidente mortale che purtroppo è costato la vita a uno studente in alternanza scuola-lavoro in Friuli. È stato un fatto molto doloroso, ma dire che lo stage è “brutto e cattivo” è la più grande stupidata del mondo».

I due incidenti che hanno interessato, nelle scorse settimane, due studenti impegnati in stage in azienda hanno suscitato grandi discussioni e proteste in tutto il Paese, con manifestazioni di ragazzi che chiedevano una revisione, quando non direttamente la cancellazione, di queste esperienze formative in azienda.

Un mese fa il diciottenne Lorenzo Parelli, di Udine, stava affrontando le ultime ore del suo stage in un’azienda del suo territorio, nell’ambito delle attività di alternanza scuola-lavoro (studiava meccanica industriale), quando una trave d’acciaio gli è piombata addosso e non gli ha lasciato scampo. Nei giorni scorsi, invece, è stato nelle Marche che un ragazzo di 16 anni, Giuseppe Lenoci, ha perso la vita a causa di un incidente stradale, mentre si trovava a bordo del furgone di una ditta termoidraulica (il conducente è rimasto ferito in modo serio) presso cui stava effettuando uno stage.

Le polemiche che ne sono seguite, riverberate anche nelle manifestazioni studentesche, sono state violente. Il direttore della sede lecchese dell’Enaip, Giovanni Colombo, però non ci sta.

«Lo sgomento per la scomparsa di un giovane è fortissimo e ovviamente giustificato, ma è necessario mantenere la mente lucida. Gli stage sono momenti di crescita professionale ed educativa irrinunciabili – ha commentato -. Il mondo del lavoro sempre più richiede personale educato e professionalmente valido: in questo senso, le esperienze di alternanza rappresentano un passaggio importante. Purtroppo, su queste vicende si sta facendo una enorme speculazione politica e il fatto che le associazioni di categoria non abbiano preso alcuna posizione è sorprendente». Il dirigente ce l’ha anche con alcuni titoli utilizzati dai media, in particolare in relazione al tragico incidente della scorsa settimana. «È stato un terribile incidente stradale, ma alcuni titoli recitavano così: “Secondo morto per tirocinio”. È ora di smetterla. Anche in questo caso è superfluo dire che dispiace molto per questa giovane vita spezzata. Ma dare la colpa all’alternanza anche in occasione di un incidente stradale è veramente troppo».

Giovanni Colombo ha proseguito rimarcando che «durante queste esperienze i ragazzi non vengono abbandonati a se stessi. Chi segue questo ambito da parte della scuola non si limita a “scaricarli” in azienda. C’è un contatto con il datore di lavoro che inizia ben prima dell’avvio dello stage e che porta il referente scolastico a visitare le aziende, a concordare gli aspetti dell’esperienza sotto ogni aspetto. Un rapporto molto forte, insomma. E anche per l’imprenditore, il fatto di ospitare un giovane rappresenta non soltanto una responsabilità ma anche un investimento. Tanto più – ha concluso – che nella maggior parte dei casi queste esperienze si traducono in rapporti di lavoro: finiscono a maggio e a giungo i ragazzi sono già inseriti in azienda grazie alle attività di tirocinio».

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