
Cronaca / Lecco città
Lunedì 22 Marzo 2021
Lecco. Il nodo parcheggi
«Soluzione dai bus navetta»
Nei rioni alti siamo quasi un’emergenza, la proposte del consigliere di minoranza Simone Brigatti
Fare perno sui silos pedemontani e ricavare nuovi posti auto intorno ai nuclei storici dei rioni alti. Sono queste le due richieste del consigliere comunale di Lecco merita di Più, Simone Brigatti. Il tema è tra i più annosi e chiacchierati del capoluogo: la quasi totale assenza di stalli nei quartieri alti di Lecco.
Ma, tuona Brigatti, è il momento per l’amministrazione di scegliere e agire. «Lecco non ha un numero contenuto di stalli – ricostruisce il consigliere - parliamo di 17mila posti auto, ma sono mal distribuiti. In alcune zone sono quasi troppi, mentre i nuclei storici dei rioni sono di fatto in sofferenza. Quelli alti in particolare, che contano meno stalli di tutti, sono anche quelli più soggetti alle presenze di turisti ed escursionisti (lecchesi e non solo). Via Quarto è l’esempio classico, ma parliamo anche di Acquate, di Laorca da cui si parte per sentieri alternativi a San Martino e Medale».
Prima soluzione, è di quelle di cui si parla ormai da tempo: i bus navetta per scaricare dai quartieri alti almeno la quota degli escursionisti del weekend, anche in prospettiva del tanto auspicato rilancio dell’outdoor lecchese. «Dei silos intorno ci sono, è vero – argomenta Brigatti - So che l’ex assessore Corrado Valsecchi ricorda continuamente la presenza di almeno 350 posti auto in due tra via Mattei e via Nassyria. Ma parliamo di dislocazioni scomode per gli abitanti del nucleo storico di Acquate o di Germanedo. Al contrario, quei parcheggi sarebbero interessanti se riuscissimo ad usarli come punti di partenza per bus navette verso le partenze dei sentieri. Ora si fa conto sulla stazione per un’operazione simile, ma non è il posto migliore: non ha moltissimi posti auto intorno e lì ci arriva casomai chi usa il treno, non l’auto. Portiamo gli escursionisti in zone meno centrali e meno trafficate, senza intasare arterie già trafficate. La città deve essere vivibile per i residenti, e poi diventa attrattiva per i turisti».
Poi però ci sono le situazioni concrete dei nuclei storici. Brigatti mette sul piatto un ampio filotto di vie e angoli critici. «Penso alle tre vie del nucleo vecchio di Acquate, via Lucia, via Renzo e via don Minzoni: lì l’operazione di aggiungere il marciapiede per limitare la sosta selvaggia ha un suo senso, ma il risultato testimoniato da tutti i residenti è che dopo le 17.30 di fatto non esiste possibilità di parcheggio. Anche la zona della Rovinata (dove peraltro iniziano altri sentieri) è particolarmente sensibile: dove c’è l’ex cimitero si parlava di realizzare qualche posto auto, un po’ per aiutare gli afflussi della Polisportiva, un po’ per i residenti».
Prosegue l’analisi di Brigatti: «I Piani d’Erna sono un punto fondamentale, ma la cosiddetta piattaforma del Comune è un progetto a lungo termine. Quest’estate cosa facciamo? Ancora il bus navetta dalla stazione con orari a casaccio? Tra i punti critici nomino anche Cereda, e via Valsecchi in particolare. L’ex assessore aveva a suo tempo ventilato la possibilità di ricavare qualche posto auto dal prato attiguo. D’accordo, facciamolo. Penso al modello di Falghera, dove a fianco della centralina Enel, la mobilitazione dei residenti ha creato le condizioni per realizzare nuovi posti auto. Sono numeri ridotti ma i vecchi nuclei storici hanno bisogno di questa boccata di ossigeno. Altrimenti si rischia poi che si intasino a vicenda. Porto l’esempio di Malavedo, splendida località ma totalmente sprovvista di parcheggi. Dove vanno a finire? In via Quarto. E Cereda? A San Giovanni. Insomma - conclude Simone Brigatti - è un cane che si morde la coda. È tutta una questione di adattare i vecchi nuclei alle diverse esigenze abitative. Le soluzioni possono scontentare qualcuno, ma l’amministrazione deve fare delle scelte».
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