Lecco. Assegno unico
Nelle sedi Caf 36mila lecchesi

Secondo i sindacati restano diverse incognite: «Pagamenti Iban? Rischio di sovraccarico per Inps» - Escono di scena i consulenti del lavoro, tutti ai patronati

«Già da ieri i nostri Caf sono in sovraccarico di lavoro per produrre le certificazioni Isee aggiornate al 2020, come richiesto per poter poi fare le domande per l’assegno unico che sarà pagato dall’Inps a partire dal mese di marzo. Stiamo organizzando tutto al meglio, per assicurare alle persone la massima tempestività possibile, chiedendo alle famiglie che verranno a fare l’Isee di portare anche la documentazione utile alla successiva domanda di assegno unico, perché le due cose non si potranno fare nello stesso momento». Sono le parole di Salvatore Monteduro , segretario generale della Uil del Lario.

Con la pubblicazione, il 30 dicembre 2021, in Gazzetta Ufficiale del decreto attuativo sull’assegno unico universale per i figli a carico, è partito ieri l’iter per presentare la domanda, che, nella maggior parte dei casi, avverrà attraverso i Caf dei sindacati per il primo step dell’Isee e poi nei patronati per la preparazione e l’invio della domanda di assegno unico all’Inps.

Secondo una stima della Uil, l’operazione in provincia di Lecco coinvolgerà circa 36mila persone con diritto al nuovo assegno unico universale che nell’importo base che varia fra i 50 e i 175 euro per ogni figlio a carico sostituisce il premio alla nascita (Bonus mamma domani), l’assegno di natalità (Bonus bebé), gli assegni famigliari e le detrazioni per i figli a carico sotto i 21 anni. Chi maturerà il diritto all’assegno di natalità entro il 31 gennaio 2022 continuerà a percepirlo fino alla data di scadenza della prestazione nel 2022. Rimarrà invece vigente il bonus nido.

E se, secondo le stime della Uil, con il nuovo strumento circa 8mila beneficiari su Lecco potrebbero ricevere meno di quanto ricevuto fino ad oggi, il decreto interviene con una clausola di salvaguardia che in buona parte permette di recuperare la differenza. «Tuttavia – aggiunge Monteduro – su ciò resta comunque un dato critico: per chi dovesse percepire meno, dal 2022 al 2025 verrebbe riconosciuta una maggiorazione di natura transitoria per i nuclei con Isee fino a 25mila euro, ma a scalare nei 4 anni. La compensazione sarebbe piena nel 2022 ma poi ridotta sempre nei tre anni successivi».

Per Monteduro restano tuttavia altri punti critici, a partire dal cambiamento del sistema di pagamento che passa dal sistema tradizionale in inserimento puntuale in busta paga al bonifico bancario tramite Iban: «Per noi – aggiunge – non va bene perché è la premessa di possibili ritardi. Già l’Inps è in sovraccarico sugli ammortizzatori sociali e ora gli viene assegnata questa nuova incombenza senza incrementi di organico. L’Istituto ha un tempo massimo di 60 giorni per procedere con i pagamenti ed è quindi possibile che per molti non sarà possibile avere i bonifici già in marzo. Questo ci preoccupa».

La novità investe in queste settimane anche i consulenti del lavoro, ora impegnati ad informare le aziende, quindi i lavoratori, sui dettagli del nuovo sistema. «Visto che da marzo il rapporto sarà direttamente fra lavoratore e Inps e noi non dovremo più considerare l’inserimento degli importi in busta paga, il tema non investirà più il nostro lavoro, mentre saranno invece investiti i patronati. Tuttavia – afferma il presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro di Lecco, Matteo Dell’Era – stiamo spiegando alle aziende che ora è importante che i lavoratori si attivino per inoltrare le domande in tempo utile, termine utile per poter avere gli arretrati da marzo. Penso che sul tema l’Inps avrà una sensibilità alta, ma dato il numero altissimo di pratiche mi aspetto dei ritardi».

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