Cronaca / Lecco città
Lunedì 14 Settembre 2015
Il destino di Lecco?
«Con Sondrio e Monza»
La ricetta di Cecchin
Il dibattito Il prevosto interviene sulla fusione
«L’autonomia è importante ma inutile opporsi
Meglio gestirla in modo proficuo, Como è diversa»
Nel dibattito aperto sui futuri destini di Lecco e della sua autonomia a rischio, s’inserisce anche l’opinione del prevosto di Lecco, monsignor Franco Cecchin.
Il momento è storico proprio perché le scelte che saranno fatte condizioneranno il nostro domani e il prevosto non vuol far mancare la sua voce. Ormai lecchese a tutti gli effetti, monsignor Cecchin si sente in dovere di proporre le sue autorevoli considerazioni in merito alle discussioni in corso.
A Lecco da otto anni
«Non voglio interferire con la società civile ma sono ormai poco meno di otto anni che sono a Lecco – ci dice il prevosto - e la considero ormai la mia casa. Voglio bene alla mia gente e vivo con partecipazione quanto accade alla nostra città. Per questo seguo con attenzione i possibili accorpamenti che dovrebbero interessare le nostre istituzioni. Mi sento partecipe e per questo credo che tutti, dai cittadini, agli amministratori, sino ai nostri politici che siedono a Roma, debbano contribuire al futuro di questa nostra città in modo partecipato e costruttivo». Fatta questa premessa, il prevosto ha idee chiare in merito ai possibili apparentamenti con altri territori e città: «Dovremo fare tutto il possibile per mantenere la nostra autonomia, ma se questo, come pare, non sarà possibile, credo che l’accorpamento con Como non sia in sintonia con il nostro territorio. Vedo molto meglio un collegamento con Sondrio, Monza e la Brianza. Credo che quest’ultima ipotesi sia maggiormente coerente con la storia e l’economia dei vari territori interessati e potrebbe giovare a tutti».
Considerazioni che non sono contro Como, ma nascono da una riflessione sulle caratteristiche territoriali delle città interessate: «Intendiamoci, io non ce l’ho con i comaschi, tutt’altro, solo mi pare che quella di Como sia una realtà troppo diversa dalla nostra per poter trovare in futuro un equilibrio che faccia bene ai due territori. Penso per esempio al turismo, che a Como è molto più sviluppato ed ha una tradizione che affonda nell’Ottocento. E’ fondamentale unirsi a territori con cui poter procedere con la maggior sintonia possibile».
Nessuna remissione
Per monsignor Cecchin è anche molto importante il modo in cui si affronterà questa situazione: «Sarebbe un errore affrontare questo frangente storico con remissione, quasi come una resa a qualcosa che ci viene imposto dall’alto, bisogna, al contrario, mobilitarsi, essere reattivi e cercare di cogliere le difficoltà come delle opportunità per crescere».
Infine, non manca un accenno alla necessità di un cammino comune: «In questo momento, proprio perché le scelte da fare sono importanti , o c’è sinergia o non si va da nessuna parte; solo lavorando insieme si può pensare ad un discorso costruttivo ad ampio raggio. Per questo rinnovo il mio appello ai cittadini e alle istituzioni perché in prima battuta ci si faccia parte attiva in questo momento storico e si sappiano trovare le motivazioni per camminare insieme»
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