Il centro ricerca e sviluppo della Riello
L’azienda lo vuole portare a Villasanta

La multinazionale Carrier ha annunciato ai sindacato l’intenzione di trasferire il polo

La creazione di un nuovo centro di ricerca e sviluppo di Carrier (la multinazionale Usa proprietaria anche della Riello) a Villasanta rischia di impattare in modo pesante anche sul nostro territorio: l’azienda ha infatti annunciato ai sindacati l’intenzione di chiudere il sito lecchese, trasferendo per intero tecnologie e personale nella nuova ubicazione – ancora da realizzare sulle ceneri di uno stabilimento dismesso dal 2014 – nell’arco di un anno e mezzo.

Sta creando molta preoccupazione, tra i 150 dipendenti della sede lecchese dell’azienda, la decisione che la proprietà ha preso anche per «stringere collaborazioni ancora più forti con i principali poli universitari dell’area», come comunicato in una nota.

«Quello che lascia basiti – ha commentato il segretario generale della Uilm del Lario, Enrico Azzaro – non è tanto la decisione, quanto la motivazione. Secondo l’azienda, il territorio lecchese non è appetibile per le note lacune che ne caratterizzano i collegamenti su strada e su rotaia, e non è funzionale per attivare sinergie e interazioni con università e poli scientifici nel campo della ricerca e sviluppo. Che una multinazionale abbia questa considerazione del Lecchese è un campanello d’allarme da non sottovalutare, perché significa che Lecco va avanti solo grazie alle trafilerie. Nei prossimi giorni invieremo una lettera al sindaco di Lecco, al prefetto e ai parlamentari del Lecchese».

In occasione dell’assemblea con i lavoratori, che si è svolta ieri, «sono emerse forti preoccupazioni da parte del personale – ha commentato Pier Capelli della Fim Cisl Mbl -, che ci ha dato mandato di organizzare un incontro con le istituzioni per cercare di creare le condizioni per cui il sito lecchese possa essere mantenuto. Si tratta di un’azienda storica per il territorio e questa notizia, che la proprietà ha comunicato lunedì, ci ha colto alla sprovvista. Ora si teme che ci possano essere ripercussioni occupazionali in prospettiva, perché a questo punto il futuro è incerto».

Anche Giuseppe Cantatore, della Fiom Cgil Lecco, parla di fulmine a ciel sereno. «Fino a settimana scorsa la multinazionale parlava del sito di Lecco come di un’eccellenza per la ricerca e la formazione. Ora ci troviamo di fronte a questa decisione. Servono certezze per i lavoratori da parte di una proprietà che poco tempo fa ha dismesso una unità produttiva a Pescara per trasferire la produzione in Polonia».

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