«I nuovi limiti sulla Super 36? Velocità e incidenti sono fattori critici»
Mauro Livolsi, dirigente della Polstrada di Lecco: «Gli autovelox fissi saranno quattro più altri mobili, ma tutti segnalati».
«Il numero di incidenti sulla 36 è rilevante e la velocità elevata continua a essere una fonte di criticità». Il commissario capo Mauro Livolsi, dirigente della Sezione della polizia stradale di Lecco, ha le idee chiare sulla direzione da seguire per prevenire sinistri sulla superstrada Lecco-Colico. La sezione di Bellano, attiva fra il capoluogo e il Comune situato ai confini con la provincia di Sondrio, fa capo al Comando di via Martiri della Liberazione.
Comandante, possiamo chiederle un parere su queste novità che fanno tanto discutere i turisti e naturalmente i cittadini valtellinesi?
«Le decisioni, secondo il Codice della strada, spettano all’ente proprietario della strada. Si tratta di una scelta aziendale. Non tocca a noi il compito di giudicare in modo formale queste decisioni, visto che come anticipato sono di stretta competenza di Anas».
Al di là dei ruoli, le vostre pattuglie sono sulle strade h24: la situazione è ben nota al vostro Comando. Al Nord la strada più trafficata nel mese di febbraio 2016 è stata proprio la strada statale 36 in provincia di Lecco: venerdì 19 febbraio ad esempio sono stati circa 84.500 i passaggi totali (+8% rispetto al picco di febbraio 2015).
«L’afflusso è molto elevato, soprattutto nei periodi di grande affluenza turistica come quello che stiamo vivendo».
Le cronache giornalistiche rilevano un numero elevato di sinistri ogni settimana, purtroppo con vari episodi gravi ogni anno. È possibile affermare che si tratta di una frequenza elevata?
«L’incidentalità è abbastanza presente sulla 36. Tendenzialmente la sottosezione della Polizia stradale di Bellano rileva circa quattrocento incidenti all’anno e la stragrande maggioranza di questi avviene sulla superstrada fra Lecco e Colico».
Al di là della velocità, possiamo affermare le caratteristiche della strada sono una variabile che regola le criticità e quella che voi definite incidentalità. Le irregolarità dell’asfalto e le dimensioni della carreggiata, ad esempio, possono costituire dei fattori di rischio. I cantieri, fortunatamente, non mancano.
«Indubbiamente quelli che vengono citati sono fattori critici. Opero in questa sede da pochi mesi, visto che sono arrivato a gennaio. In questo periodo, seppur limitato, ho potuto osservare una notevole attività da parte di Anas a livello di asfaltatura e prevenzione di situazioni complicate, ad esempio gli allagamenti. L’azienda ha garantito una certa presenza per prevenire queste situazioni. La direzione scelta mi appare chiara».
Esistono dati relativi al tasso di infrazioni rilevate in occasione dei controlli?
«Non è possibile conoscere questa percentuale. L’autovelox rileva solo le auto che oltrepassano i limiti, senza fornire un conteggio del numero totale di veicoli in transito».
Ma la sensazione qual è? Le violazioni delle regole da parte degli automobilisti sono diffuse?
«Sì, capita di osservare questa situazione».
In concreto, in alcune fasce orarie fra Lecco e Colico si viaggia come se si fosse in autostrada?
«La strada libera porta a pensare di poter schiacciare liberamente l’acceleratore e di poter arrivare molto prima a destinazione. C’è però da aggiungere che l’incidenza di coloro che superano di più di quaranta chilometri all’ora i limiti stabiliti appare poco elevata».
La questione degli autovelox è una delle più sentite dagli automobilisti. Cosa accadrà nelle prossime settimane?
«Lo sappiamo: sulla posizione degli autovelox c’è una notevole attenzione da parte dei cittadini. Quelli fissi saranno quattro, due per ogni direzione di marcia. Saranno ben visibili e preventivamente segnalati. Senza dimenticare che i cartelli con gli avvisi sono già presenti sulla 36».
Non c’è il rischio di assistere ad automobilisti rispettosi delle regole in corrispondenza degli autovelox fissi, ma estremamente indisciplinati nei chilometri successivi, con conseguenti rischi?
«Continueremo a effettuare i servizi con le apparecchiature mobili, adattando il servizio alla velocità ai segnali indicati. Non ci saranno, insomma, soltanto le colonnine».
In questi giorni si discute molto di limiti e sanzioni. C’è il pericolo di non dedicare un’adeguata attenzione all’importanza della prevenzione?
«La battaglia per la sicurezza che stiamo affrontando è soprattutto culturale. La velocità non è l’unico problema, basti ricordare i rischi legati all’utilizzo degli smartphone alla guida».
Tornando al limite dei “90” che ha fatto tanto parlare in questi giorni e che è oggetto di aspre polemiche, ci piacerebbe chiudere l’intervista con un parere personale del comandante Livolsi, ben consapevoli del ruolo dell’azienda che gestisce le strade nell’assunzione delle decisioni.
«Lo vorrei ribadire: le motivazioni sono state illustrate da Anas. Detto questo, l’abbassamento dei limiti, visto il legame diretto con gli incidenti, da parte mia può essere visto con favore».
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