Cresce il numero di imprese
Nel Lecchese +0,6%

Un saldo positivo nei primi tre mesi spinto soprattutto dai servizi e dalle costruzioni - Timori in vista della fine delle garanzie sul credito

Due anni di pandemia con chiusure e limitazioni, la carenza di materie prime, il rincaro dell’energia e dei costi di trasporto. E, in ultimo, la guerra in Ucraina. Tutto ciò non sembra aver fiaccato la voglia di fare impresa in Lombardia. E le province di Como, Lecco e Sondrio non fanno eccezione: tutte hanno un saldo positivo, rispettivamente dell’1,3, dello 0,6 e dello 0,8 per cento.

È il dato che emerge dalle anagrafi delle Camere di commercio lombarde, elaborate da Unioncamere, per il primo trimestre 2022. A trainare la crescita sono i servizi e l’edilizia (ma non tra gli artigiani). Per tipologia di impresa sono le società di capitali le protagoniste assolute, rispetto a quelle di persone e alle ditte individuali.

Alla fine del primo trimestre di quest’anno le imprese registrate nelle anagrafi camerali della Lombardia erano 953.492, di cui 823.609 attive (al netto quindi delle posizioni che non avevano ancora avviato l’attività e di quelle sospese o sottoposte a procedure concorsuali). La crescita, in generale, delle società attive è stata dello 0,5% rispetto al primo trimestre 2021, e dello 0,3% sull’ultimo trimestre 2021. Non male, considerate tutte le avversità di cui si diceva all’inizio.

Anche sul fronte delle iscrizioni di nuove imprese, i primi tre mesi dell’anno sono stati positivi: iscritte 18.333 imprese (+4,9% su base annua), a fronte di 17.423 cancellazioni, in linea con il livello molto basso del 2021: il saldo positivo che ne risulta è di 910 posizioni, in un trimestre che risulta invece solitamente caratterizzato da valori negativi (va ricordato che per motivi amministrativi e fiscali le cancellazioni si concentrano alla fine dell’anno, ma vengono contabilizzate nei primi giorni di quello successivo).

Va però sottolineato che cessazioni e chiusure potrebbero essere state “frenate” nei mesi scorsi dalle misure di incentivo che lo Stato ha messo in campo per sostenere le attività nel periodo Covid. In altri termini: potrebbe succedere che nei prossimi mesi, al venir meno o al calare degli incentivi, cessazioni e chiusure tornino a salire.

Quanto ai settori di attività, le attività del terziario (ma con l’eccezione di commercio e pubblici esercizi) sono alla base di gran parte della crescita registrata dal numero di imprese attive in regione: i servizi aumentano infatti del 2,5% e arrivano a rappresentare il 37,6% del tessuto imprenditoriale lombardo. Tra gli altri comparti mostrano un segno positivo solo le costruzioni (+0,5%), che tornano a crescere dopo la battuta d’arresto registrata nel quarto trimestre 2021. Commercio (-1,3%) e alloggio e ristorazione (-0,2%) abbandonano i segni positivi evidenziati nei trimestri centrali del 2021 (quando le cessazioni erano crollate, probabilmente per le misure eccezionali di sostegno alle imprese). Industria (-1,3%) e agricoltura (-0,3%) proseguono il trend decrescente che li caratterizza da molti anni.

Numeri a sé nell’artigianato: le iscrizioni nel primo trimestre in Lombardia ammontano a 6.254, in linea con i livelli pre-Covid, mentre le cessazioni, dovute alla chiusura dell’impresa o alla perdita del carattere artigiano, si fermano a 5.924, ancora lontane dai valori medi del periodo 2017-2019. Questa dinamica consente un lieve recupero rispetto al trimestre precedente (+0,2%), ma su base annua il confronto è ancora negativo (-1,2%) per via del picco di cancellazioni d’ufficio registrate a fine 2021. Trasporti (-3,5%), industria (-2,5%) e costruzioni (-1,4%) sono i settori dove nell’ultimo anno si sono perse il maggior numero di imprese artigiane, mentre prosegue la crescita negli altri servizi (+0,6%).

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