Contagi in salita, il dilemma mascherine

L’allarme Signorelli (Commissione vaccini): «Le misure di protezione sono poco usate, quindi i rischi aumentano». Omicron 5, la più contagiosa: «La forma virale sarà anche poco aggressiva, ma può colpire le persone fragili»

Una cosa è chiara: nessuno (o quasi) usa più la mascherina. E i contagi salgono fino a raggiungere livelli da ondata. Che sia la quinta o la sesta, oramai si è quasi perso il conto dopo due anni di pandemia. Ma quel che conta è che anche a livello politico qualcuno comincia a chiedersi se sia stato avventato allentare le misure di protezione e distanziamento proprio quando c’erano le prime avvisaglie della ripresa del contagio.

Carlo Signorelli, lecchese, professore all’Università San Raffaele di medicina preventiva e da qualche mese presidente del Nitag, meglio conosciuta come Commissione Nazionale Vaccini, frena: «Insomma, che la curva sia in crescita, è li da vedere. Ma, non so se sia un bene o meno, non ha impatto mediatico. Eppure abbiamo 678mila persone in Italia con l’infezione da coronavirus. Le misure di protezione sono usate poco. E quindi i rischi aumentano».

Omicron 5

Senza contare la velocità di diffusione di Omicron 5: «É la variante finora dimostratasi più contagiosa - spiega il professore lecchese - Buca i vaccini per quanto riguarda l’infezione ma non li vanifica per la protezione che essi danno contro le forme gravi. Ci sono reinfezioni frequenti anche dopo soli 3-4 mesi dall’ultima positività. E la gente, purtroppo aggiungo, non si protegge più. Poi le forme sono poco gravi, anche se c’è un movimento di ritorno nei ricoveri. Almeno nei ricoveri ordinari, per acuti».

I rischi

Insomma, poco più di un’influenza? Mica tanto. Signorelli osserva: «La forma virale attuale sarà anche poco aggressiva, ma la raccomandazione è di ricordarsi che la pandemia non è finita. E che più la gente si infetta più può andare a colpire persone fragili che possono essere attaccate malamente anche da questa variante. I divieti sono un fatto politico, il resto la gente può fare quel che crede, ma c’è sempre la ragione di un’esposizione imprudente dietro ogni infezione o re-infezione».

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