150mila viaggiatori in meno sui treni lombardi dopo la pandemia: «Bisogna aumentare la qualità del trasporto pubblico per ridurre lo smog»

Trasporti Il rapporto “Pendolaria 2023” stilato da Legambiente emerge la necessità per la Lombardia di migliorare le prestazioni del trasporto ferroviario. Sarebbe così possibile evitare fino a 200mila viaggi in auto al giorno

Gli effetti della pandemia purtroppo ancora si fanno vedere sul trasporto pubblico. Nel 2019 in Lombardia si contavano 820mila viaggiatori al giorno sui treni regionali, nel 2021 si è registrato un calo del -30,5% arrivando ai livelli simili al 2009, ed anche nel 2022 le stime per la Lombardia attestano che un viaggiatore su 5 ha abbandonato il treno dopo l’epidemia. Il dato emerge da Pendolaria, il documento in cui ogni anno Legambiente traccia l’andamento del trasporto pubblico su rotaia.

Si possono evitare fino a 200mila viaggi in auto al giorno

Dal rapporto di Legambiente emerge anche la necessità per una regione come la Lombardia di migliorare le prestazioni del trasporto ferroviario non solo per permettere agli attuali pendolari di viaggiare nelle migliori condizioni ma anche per togliere auto dalle strade e ridurre così l’inquinamento dell’aria sul territorio. Secondo una stima, utilizzando al meglio l’infrastruttura esistente, migliorando le prestazioni del sistema ferroviario e utilizzando i posti disponibili sui treni regionali sarebbe possibile evitare fino a 200mila viaggi in auto al giorno.

«Da troppi anni raccontiamo nel rapporto Pendolaria dei disagi e dei disservizi del servizio ferroviario che i pendolari subiscono ogni giorno, evidenziati dai racconti e i report dei comitati pendolari - dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. La preoccupazione dovrebbe essere quella di recuperare gli oltre 150.000 viaggiatori al giorno che, dopo la fine del periodo pandemico, non sono ancora tornati ad occupare i loro posti sulle carrozze. O si è capaci di rispondere oppure meglio aprire il servizio ferroviario regionale alla concorrenza accettando l’ingresso di operatori più competitivi».

Nel rapporto sono raccolti i tanti disagi dei pendolari

Per il resto la classifica regionale, elaborata da Legambiente Lombardia sulla base delle rilevazioni di Trenord per l’intero periodo settembre-dicembre 2022, è una raccolta di situazioni di disagio ormai tristemente note, con ritardi e soppressioni quasi strutturali a cui vengono sottoposti quotidianamente le centinaia di migliaia di viaggiatori pendolari ferroviari. L’indice di Trenord, tuttavia, misura le ‘deviazioni’ dal livello di servizio previsto per la linea, ma non basta a descrivere il livello di inadeguatezza dell’offerta di trasporto ferroviario delle linee regionali che partono da una prestazione di per sé scadente. La soluzione, secondo Regione Lombardia, dovrebbe essere nella ‘Hydrogen Valley’, la sostituzione delle motrici diesel-elettriche con nuovi treni a idrogeno. Una alternativa all’elettrificazione, più costosa e per nulla performante sotto il profilo energetico e nemmeno del miglioramento del servizio.

La lotta allo smog in pianura padana

«Per colpa dell’inadeguatezza del servizio, certo e dal cambiamento di abitudini e di orari lavorativi, indotti dall’evento pandemico, che non trovano riscontro nell’offerta di servizi e abbonamenti che tengano conto, per esempio, dei nuovi ritmi dello smart working di cui una parte dei lavoratori continuerà ad avvalersi anche in futuro – conclude Federico Del Prete, responsabile mobilità di Legambiente - La lotta allo smog che attanaglia la pianura padana parte dalla riduzione sensibile del parco auto circolante, ma è un obiettivo che si può raggiungere solo aumentando l’offerta e la qualità di trasporto pubblico nei PUMS delle principali città, per puntare a raddoppiare il numero di persone che viaggiano su treni regionali, metro, tram e autobus, potenziando ed integrando le diverse forme di mobilità sostenibili».

Non basta insomma, secondo il rapporto Pendolaria 2023, aver svecchiato e accresciuto il parco rotabile, con una crescita di 100 unità rispetto al 2020, grazie all’introduzione di nuovi treni “Caravaggio” a due piani, i “Doninzetti” e i “Colleoni” (treni diesel) che ha fatto abbassare l’età media dei treni circolanti portandola a quota 15,8 anni. Infatti in Lombardia oltre il 40% dei treni ha una media di oltre 35 anni, mentre circa il 45% è composto da treni nuovi (con una media di 5 anni). I rotabili del programma di acquisto deliberato nel 2017, attualmente in corso e che conterà complessivamente 222 treni, saranno tutti consegnati entro il 2025 portando, secondo i piani della Regione Lombardia, ad un’età media di 12,5 anni.

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