Zuccon: «Mi ispiro a Barella, che grinta»

Il diciannovenne centrocampista del Lecco protagonista nel successo contro il Novara. «Sono giovane e sto vivendo una grande esperienza con questa maglia bluceleste, che mi rende felice».

Federico Zuccon, da Genova, sponda… Atalanta. Il centrocampista classe 2003 del Lecco, virgulto della società nerazzurra bergamasca, si dibatte tra il proprio amore per il mare e quello, improvvisamente sopravvenuto, per il lago. Sponda lecchese, naturalmente. Ma di dubbi sul proprio ruolo non ne ha mai avuti: è una mezz’ala. Eppure sabato ha interpretato, e bene, il ruolo di mediano, di centrocampista centrale. Una piacevole sorpresa. «Io posso giocare in entrambi i ruoli, in realtà: la mezz’ala, o il centrale. In una squadra come questa si deve imparare ad adattarsi a qualsiasi evenienza. Sono già venuto qui, nel calcio mercato, come giocatore che poteva fare due ruoli. Quando mi hanno preso mi hanno chiesto anche se avrei potuto fare il mediano e io ho risposto di sì, per cui non ci sono sorprese per me nel ruolo che ho svolto contro il Novara».

«Siamo andati un po’ in barca»

Ma la soddisfazione è stata maggiore nel proporsi come positivo centrocampista centrale, o per la vittoria? Il classe 2003 bluceleste spiega: «Quando viene la prova singola e poi la vittoria di squadra è tutto molto più bello. Siamo stati protagonisti di una prova di squadra molto importante. La vittoria di squadra viene sempre prima, per cui direi che è questa ad avermi dato le maggiori soddisfazioni».

Dopo aver preso il gol del 2-1, però, al 9’ della ripresa, il Lecco sembrava aver perso la baldanza del primo tempo. E Zuccon ammette: «Per cinque-dieci minuti siamo andati un po’ in barca. Abbiamo subìto i loro attacchi, ma davamo l’idea di tenere, dietro. Volevamo portare a casa la partita a tutti i costi perché era nelle nostre corde riuscire a farlo. Avremmo dovuto tenere duro e secondo me ce l’avremmo fatta comunque perché siamo un grande gruppo e come dice il mister se facciamo le nostre cose come sappiamo farle, non può andarci male».

Quanto stupore in quell’espulsione di Desjardins, il portiere novarese, a metà secondo tempo? Fino ad allora la partita era rimasta in bilico… «Credo ci abbia agevolato nella vittoria finale. Senza quell’episodio avremmo vinto lo stesso, almeno secondo me. Ma mi ha stupito molto vedere una reazione del genere: non è abituale. E il nervosismo degli avversari ci può stare. Basta che capiti sempre agli altri e mai a noi...».

«Ho un fratello pugile»

Mister Foschi di Zuccon ha detto: “A fine stagione l’Atalanta sarà molto contenta di questo ragazzo”: «Non lo so - si schernisce il giovane centrocampista del Lecco -. Speriamo, naturalmente, che abbia ragione e lo ringrazio. Ma io vivo solo il presente perché sono qui e lavoro per il Lecco. Poi quel che sarà, si vedrà. Sono giovane, per cui sto vivendo una grande esperienza a Lecco che mi rende felice e poi vedremo quel che succederà».

Come giocatore Zuccon ”guarda” a Barella dell’Inter: «Mi ispiro a lui per grinta, determinazione, passione. Mi manca solo il gol, ma prima o poi arriverò. Lui è più avanti anche in questo».

La famiglia supporta molto Zuccon. Ma è il fratello a essere un po’ il punto di riferimento: «Ho un fratello di nome Alberto che pratica la boxe ed è un classe 1998. Ha giocato anche per un periodo a pallone e mi ha influenzato. Mi ha trasmesso questa passione, poi lui ha cambiato mentre io sono andato avanti. Era un buon attaccante. Lui vive a Roma, ma a volte viene a seguirmi. Il resto le vede in televisione: insomma non mi lascia mai solo».

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