Lecco, tutti i giocatori si sono sentiti
rivitalizzati

L’analisi del successo dei blucelesti per 3-0 contro il Mantova

Il patron Paolo Di Nunno ieri pomeriggio è uscito dallo stadio affermando «Non parlo che è meglio». Ma, in effetti, ha sbagliato o ha fatto la cosa giusta nell’esonerare Tacchinardi e nel chiamare Foschi?

Un dubbio quasi amletico al quale non si può rispondere dopo una sola partita, nonostante il 3-0 di ieri faccia interrogare tutti sul fatto che il Lecco visto contro la Pro Sesto era abulico, svogliato, spuntato. Mentre quello di ieri era un Lecco tonico, agonistico, compatto, pronto a riversarsi nella metà campo avversaria. Insomma, due squadre completamente differenti.

Dunque torniamo a bomba: ha fatto bene Di Nunno a cambiare? La prima indicazione, al di là dell’attesa delle prossime gare che daranno, loro sole, la risposta giusta, è che i giocatori, probabilmente, si sono sentiti tutti rivitalizzati. L’unico, vero, errore che potrebbe aver commesso Tacchinardi è aver diviso il gruppo in “titolari” e “riserve” quando troppo poco tempo era passato dall’inizio del torneo.

Certo, Foschi non ha vissuto il ritiro e non conosce benissimo i giocatori. Tacchinardi sì. Ma questo aver rimescolato le carte dando a tutti nuove chances, ha portato probabilmente più voglia di spendersi per il “progetto”. Che è uno solo per ora: salvarsi. Chi si sentiva, a torto o ragione, messo da parte, ha ripreso vigore. E chi già aveva spazio, si è messo nelle condizioni di meritarselo fino in fondo.

È un qualcosa più spiegabile sotto il profilo psicologico che tecnico-tattico, ma si sa quanto nello sport, come nella vita, conti la psiche. E, per ora, Foschi è stato un ottimo psicologo. Il resto lo vedremo.

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