L’allenatore sa come far giocare questo Lecco

Il punto all’indomani del successo dei blucelesti a Novara.

Luciano Foschi sarà anche un’aziendalista. Uno che dichiara che, fino a gennaio, non chiederà rinforzi al posto di Eusepi. Uno che fin dall’inizio ha sostenuto di essere dalla parte dei Di Nunno che gli hanno dato l’occasione di allenare ancora dopo un lungo stop.

Ma un fatto è certo: sa come far giocare questo Lecco. Se mister Alessio Tacchinardi aveva diffuso più di un dubbio sulla rosa e l’organico allestito da Di Nunno e Tessaro (che intanto se n’è andato), Foschi ha ridato fiducia a tutto l’ambiente.

Non che l’organico sia diventato, tutto d’un tratto, il migliore del girone A. Se nel secondo tempo il Lecco ha sofferto è perché i migliori undici, o i più in forma, erano in campo nel primo tempo. Quando i vari Galli, Zuccon, Buso, Pinzauti, si sono stancati, per il tanto correre e i sacrifici fatti nel primo tempo, il Lecco ha cominciato a soffrire. E i sostituti non sono stati all’altezza. C’è un “ma”, o un “però”. Foschi sta facendo convincere tutta la rosa di essere all’altezza. Anche chi non ha i “numeri” di altri. E questo è un grande segreto. Il Lecco è un gruppo. E lo è davvero. Quale allenatore non dice «il mio è un grande gruppo»? Lo abbiamo sentito anche in occasione di campionati finiti in retrocessione. Ma questa volta Lucianone sembra dire la verità e lo si vede in campo. Anche chi non ha le qualità di altri, ci mette altre qualità: sacrificio, corsa, abnegazione.

E siccome i campionati del grande Milan, li hanno vinti non solo i Van Basten, i Riijkard o i Gullit, ma anche Angelo Colombo (fior di giocatore, intendiamoci), Filippo Galli e altri “gregari”, quella scoperta da Foschi è una squadra che può dire la sua. Perché sta valorizzando davvero tutti.

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