Giudici: «Questo Lecco ha speso tanto e ora ha poca concretezza»

L’analisi puntuale del capitano bluceleste all’indomani del deludente pareggio in quel di Piacenza. «Il nostro modo di giocare è molto dispendioso»

Quarto posto in classifica. A 3 punti dalla seconda, la Pro Sesto, a 1 dalla terza, il Pordenone. E a 7 dalla prima. Un piazzamento sicuramente eccezionale, se visto con gli occhi di chi, come noi, a inizio torneo, temeva addirittura un campionato da salvezza stentata. Ma il piazzamento emerso dal dopo Piacenza diventa deludente se considerato sotto la lente del “se avessimo vinto” e delle possibilità sprecate. Un “se” che si applica soprattutto alle gare in trasferta.

«Difficoltà in avanti»

Partite come quella di Trento, dove il Lecco si è mangiato almeno 4 gol, perdendo 2-0. O come quella di Piacenza dove ha sprecato poco perché ha creato poco. Ma era pur sempre di fronte all’ultima in classifica. E se non vinci, anche con grandi difficoltà, contro queste squadre, con chi vuoi fare i tre punti? La delusione, insomma, è strisciante, anche se il grande campionato disputato dal Lecco resterà saldo, come concetto, fino alla fine.

Insomma, neanche Luca Giudici, capitano bluceleste, è contento. D’altronde non deve difendere nessuno, come deve fare, invece, mister Foschi, capitano del vascello bluceleste che cerca di tenere unita la squadra, visto che, anche fosse sfumato il sogno promozione, ha di fronte un ottimo possibile piazzamento nella griglia playoff.

Ma, come detto, Giudici può lasciarsi andare a un’analisi della partita di Piacenza scevra di ogni remora: «Sicuramente affrontavamo una partita difficile - ammette e spiega il giocatore oggionese -. Non è mai facile giocare contro una squadra che deve salvarsi a tutti i costi e che si trova in queste condizioni di classifica. E poi era la terza partita in pochi giorni. Avevamo già speso tante energie sia dal punto di vista fisico che mentale, contro Pordenone e Feralpisalò. Speravamo di fare qualcosa in più sia a livello di occasioni che offensivo».

Il capitano del Lecco, ammette che davanti qualcosa non gira più come prima. È nei numeri, d’altronde: «Stiamo avendo delle difficoltà, ma va anche a periodi. Siamo a fine stagione e sicuramente abbiamo speso tanto sia per il nostro modo di giocare, molto dispendioso a livello fisico che mentale, che per le nostre caratteristiche. Ci sono periodi in cui prendi gol facilmente, mentre a Piacenza siamo sempre stati compatti in fase difensiva. Però è vero: creiamo poco…».

«Non siamo demoralizzati»

Manca cinismo? Concretezza? «Ci manca un po’ di concretezza - ammette -. Non ho visto bene l’occasione che ha avuto Celjak sul mio corner. Però, è vero, qualcosa abbiamo creato, ma poco. Non puoi sperare sempre di creare due-tre palle gol e fare gol. A volte funziona, come successo ad Arzignano, a volte te ne servono cinque-sei, di occasioni, per segnare un gol. Ci proviamo e continuiamo a lavorare. Non ci siamo demoralizzati e cercheremo di uscire da questo periodo che denota poco cinismo e concretezza».

Il capitano, insomma, sa che il Lecco ha da smaltire molte tossine e vuole rimettersi in carreggiata. Ma non dipende solamente dai giocatori, che fanno quel che possono. Ci vorrebbero nuove soluzioni, o, semplicemente, turnover diversi per riuscire a dare maggiori chance al Lecco di ritornare a essere pericoloso e ficcante.

Compito della coppia Foschi-Malgrati in panchina, visto che i ragazzi, come i due allenatori stessi ammettono, fanno quel che possono. Hanno raschiato, forse, il fondo del barile delle energie. Ora serve fare quadrato ma anche cercare qualche nuova soluzione. Almeno finché l’obiettivo promozione è ancora realizzabile. Dopo, se rimarranno “solamente” i playoff come obiettivo, i discorsi cambieranno…

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