Galli, un guerriero in mezzo al campo

IDopo due anni difficili, il centrocampista di Bulciago si è ritagliato un ruolo da leader. «Che cosa mi serve ancora per raggiungere il top? Mi manca il gol e vorrei migliorare a livello di corsa».

Per Giorgio Galli, centrocampista 1996, è davvero un bel campionato. Dopo due anni “tosti”, seguiti al recupero di due rotture del legamento crociato, vedere che il proprio ginocchio e la squadra vanno di pari passo, ovvero molto bene, è motivo di grande soddisfazione. Un’importante rivincita sulla fortuna che sembrava averlo abbandonato.

«Stiamo facendo un ottimo torneo. Sono molto contento, a livello di squadra. A livello personale? Anche. Mi sto trovando benissimo e sto trovando continuità anche in campo. Ci voleva proprio, dopo il brutto periodo che ho passato». Galli, nipote di Luca Fusi (fratello di sua mamma), spalla di Maradona al Napoli, altro lecchese “doc”, dallo zio ha ereditato la caparbietà, la forza, la capacità di stare a centrocampo come nel salotto di casa sua.

Opportunità

“Ci sta” tantissimo, direbbero i giovani tifosi che vengono a vederlo allo stadio. Eppure dopo infortuni del genere, chiunque avrebbe pensato addirittura di smettere. Giorgio Galli da Bulciago, no. «Mai. Comunque, nel caso non avessi trovato opportunità qui a Lecco, sarei sceso di categoria. È andata meglio così, naturalmente. Cosa mi manca ancora per raggiungere il top? Lavorando e continuando su questa scia sicuramente andrò a migliorare anche a livello realizzativo, a livello atletico, di corsa. Spesso arrivo a un certo punto della partita che capisco di non essere più brillante. Qualche crampo, qualche acciacco. E poi mi manca il gol: dopo quello contro l’Albinoleffe non ho più segnato».

Altalenante

C’è Vercelli, ora, per riprovarci: «Ci provo tutte le partite, in verità – obietta il mediano bluceleste -. Però è vero: il primo anno giocavamo a due in mezzo al campo e avevo più libertà di inserimento. Facendo il play davanti alla difesa, oggi, cerco sempre di mantenere l’equilibrio della squadra. Avere l’intelligenza tattica di capire i momenti e saper gestire le due fasi, è importante. Su una ripartenza loro, su una palla persa nostra, devi essere pronto a dare una copertura in più ai tre in difesa».

In trasferta il Lecco è altalenante. Non si sa mai quale Lecco si avrà davanti: se quello di Novara, bellissimo, o quello di Pordenone, pessimo. «Non so rispondere – ammette Galli - . Mi ricordo anche che nelle stagioni passate il trend è sempre stato quello: bene in casa, altalenanti fuori. Forse perché giochiamo sull’erba e non sul nostro sintetico. Ma non penso. Magari sono stati solo casi. Ovvero partite in cui eravamo un po’ stanchi. Incide anche il fattore campo e tutti gli altri fattori messi insieme. La differenza tra le squadre in serie C girone A è davvero poca e se gli episodi girano male, è difficile poi raddrizzare le partite. Siamo in tanti in pochissimi punti e ogni domenica difficilmente vedi una squadra che rimane in vetta sempre lei».

Domanda

Da che posizione è questo Lecco? Oramai tutti i tifosi si fanno la stessa domanda: «Ora siamo da primi posti – taglia corto Galli - . E fino a quando sarà così, ci crederemo. Non so dire una posizione. Stiamo lavorando per cercare di fare sempre meglio. Poi ogni partita è a sé e si vedrà dove saremo fra un po’».

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