Foschi senza Lakti e con Galli acciaccato
«Ma siamo carichi»

l mister presenta la sfida con il Pordenone. «Chi ha giocato meno darà il massimo; in queste gare è fondamentale come si vuole essere protagonisti»

Dopo aver annunciato due tegole - il perno di mediana Giorgio Galli è acciaccato e, se verrà utilizzato oggi lo sarà a mezzo servizio; e pure il cursore Lakti certamente non ci sarà - si comincia subito col dire che: il Pordenone non sarà influenzato dalla (difficile) condizione societaria.

«È naturale sia così – spiega Foschi -. Conosco l’allenatore, avendoci lavorato insieme: è molto preparato, ma non devo dirlo io. In campo ci vanno dei professionisti che hanno tutti i vantaggi e gli interessi del mondo nel voler andare in B, magari il presidente metterà a posto le cose. Ho conosciuto Lovisa per averci lavorato (Foschi è stato allenatore del Pordenone, ndr) e mi stupirei del contrario. Avrà anche mille difficoltà, ma ne salterà fuori: lo spero per lui. E per suo figlio con cui ho avuto un buon rapporto. Spero che le cose si possano sistemare nel migliore dei modi, indipendentemente da come andrà questa doppia sfida».

Che vede comunque un Lecco svantaggiato e obbligato a vincere (segnando un gol in più fra le due gare), giocando (oltretutto) la seconda partita fuori casa: «Il campo conta poco – spiega Foschi - si gioca in due tempi da 90 minuti. Sappiamo di dover fare un gol in più di loro, se lo facciamo qua, bene; ma se lo facciamo là, altrettanto. A Pordenone non ci sarà la stessa cornice di pubblico di Ancona, ma ci sarà un fattore campo che chiunque fa valere. Con un buon risultato domani, giocheremo in casa anche là. I nostri tifosi ci seguiranno. Consci di affrontare una squadra forte, ma noi sappiamo il fatto nostro».

Poi sulle possibili defezioni: «Dobbiamo valutare bene Galli, perché possiamo rischiare di non averlo domani, per averlo mercoledì. Si è fatto male Lakti l’altro giorno, che non ci sarà. Per gli altri parliamo di piccoli acciacchi. Giocando ogni quattro giorni il recupero diventa fondamentale. Con chi ha giocato meno ho parlato singolarmente: ho parlato con Ardizzone, Mangni, Zambataro e altri per andare oltre l’aspetto tecnico-tattico. Tutte le singole qualità devono essere messe a disposizione del collettivo. In queste partite non è importante il quanto, ma il come si vuole essere protagonisti. Questo è un bellissimo gruppo e giovedì qualcuno, dopo la partita, stava litigando. Vuol dire che sono nervosi, tesi, ma “vivi”. Arrabbiarsi per un passaggio sbagliato vuol dire tutti vogliono far bene. Ardizzone fisicamente c’è, sta molto bene».

Infine l’avversario: «Ho solo una speranza: che non abbiamo risolto a fondo i loro problemi, ma mi aspetto una squadra organizzata e attrezzata, con tantissime qualità come noi. Non siamo lì per caso, ce lo siamo guadagnati sul campo».

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