Enrici: «È grazie ai miei genitori
se io “mangio l’erba”»

Il giovane difensore resterà al Lecco. «Una questione di mentalità: mi hanno insegnato che se vuoi una cosa devi andartela a prendere».

Patrick Enrici, 2001, è in vacanza con i nonni, a Savona. Ma solo per un giorno. Perché fosse per lui domani sarebbe già campionato, coppa, amichevole…insomma calcio giocato.

A 21 anni appena compiuti, è pronto a “mangiare l’erba”. Cosa che ha sempre fatto, peraltro. «Devo mangiare l’erba? L’ha detto Tacchinardi, per cui mi piace. D’altronde sono cresciuto mangiandola, sempre pensando di dovermi meritare ogni cosa: sono figlio di genitori umili, con mamma estetista e papà elettricista. Mi hanno insegnato che se vuoi una cosa devi andartela a prendere. Mi hanno insegnato la resilienza. Mi hanno inculcato questa mentalità fin da piccolo. E poi sono tosti i miei: papà piemontese e mamma ligure-calabrese».

«Penso di aver imparato tanto»

Insomma, il terzino sinistro, o terzo di difesa a sinistra (“braccetto” non si può sentire), bluceleste è pronto, prontissimo, per cominciare a buttarsi nella mischia. «Sono pronto a questa nuova avventura. Ho visto che il 27 luglio faremo già un’amichevole contro il Brescia. Inizieremo il 15 il ritiro e dovremo subito buttarci a capofitto nella nuova stagione. D’altronde penso di essere cresciuto un po’: prima di Lecco avevo già giocato con la Sambenedettese dove avevo collezionato più di 25 presenze in Lega Pro. Il secondo anno sono stato a Lecco, dove ho fatto una bellissima esperienza, con un bel bagaglio “culturale” appreso, giocando sempre a sinistra (è mancino, ndr) a tre con Zironelli e quindi ricoprendo il ruolo di terzino sinistro a quattro con De Paola. Penso di aver imparato tanto… è sempre bello imparare cose nuove e aggiornarsi nel calcio moderno e a Lecco ne ho avuto l’occasione».

Il difetto di Enrici, che Marzorati e Ivan Merli Sala hanno sempre cercato di correggere, è l’eccessiva irruenza. «“Vado” sempre, è vero. È un aspetto in cui pecco, e molto. Caratterialmente vado sempre a mille, in ogni situazione. Quando c’è da temporeggiare, non aspetto e vado. Un pregio in qualche occasione e un difetto in molte altre. Quest’anno penso che il mister deciderà come giocheremo, ma spero che sia uno, come mi dicono, propositivo, che spinge molto. Lui mi metterà dove riterrà più opportuno e non vedo l’ora di dare tutto per lui e il Lecco».

«Salvezza e non playoff? Uguale»

Pecorini della Pro Sesto, intanto, è un nuovo compagno di squadra: «Non lo conosco. Ma ne ho sentito parlare bene. D’altronde io sono tra i più giovani e non posso che essere contento di chiunque arriverà a darci una mano».

Il Lecco, diversamente dalle due ultime stagioni, potrebbe giocare più per la salvezza che per i playoff. Ma Enrici se ne fa un baffo: «Può darsi. E dico che è bene inquadrare la situazione generale, stabilire gli obiettivi e quant’altro. Ma sia che una squadra sia costruita per non retrocedere, sia che venga concepita per la promozione, per me la mentalità deve sempre essere la stessa: ogni partita va affrontata come fosse una finale. Non mi influenza minimamente questa cosa».

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