È derby in famiglia
sul futuro del Lecco

Il patron Paolo Di Nunno deciso a vendere mentre il figlio Gino vorrebbe continuare. Tacchinardi allenatore resta l’opzione più gettonata.

Stallo. Per la Treccani “Condizione di attesa e inazione forzata, soprattutto per non avere via d’uscita o soluzioni alternative e risolutive”. Altrimenti detto “cul de sac”, “impasse”, e via dicendo. Ecco. La Treccani è sicuramente nel giusto.

I partiti dentro la società ormai sono due: Gino Di Nunno da una parte e gli altri della famiglia dall’altra. Ovvero: Gino Di Nunno vorrebbe continuare mentre Paolo Leonardo Di Nunno vorrebbe vendere e ci sta provando in tutti i modi. Anzi, si sarebbero fatti risentire alcuni interessati alla società bluceleste e Di Nunno senior avrebbe dato loro tempo fino ai primi di giugno. Oltre la festa della Repubblica, naturalmente. Anzi, dopo domenica 5 giugno. Con termine massimo la settimana successiva.

Il che vuol dire che lo stallo durerà ancora almeno una decina di giorni. Ma poi potrebbe risolversi in poche ore. Nel senso che se Di Nunno non riuscisse a vendere (alle sue condizioni, ovvero non a poche centinaia di migliaia di euro), allora subentrerebbe la decisione di suo figlio nel mandare avanti il Lecco. E non solo con i giovani. Nel senso che Gino Di Nunno ha un progetto che sì, comprenderebbe di sicuro il minutaggio, la valorizzazione dei giovani cresciuti in casa, un maggior utilizzo di “Under”, ma non una squadra tutta fatta da giovani e giovanissimi. Perché anche il vicepresidente sa benissimo che sarebbe troppo rischioso e non sarebbe certo un progetto adatto a una piazza come quella lecchese. Lecco è pronta a infiammarsi in positivo anche per una squadra che dichiara di mirare unicamente alla salvezza, se c’è chiarezza, trasparenza e programmi chiari. Ma è altrettanto pronta a infiammarsi, in negativo, per chi intende prendere in giro la piazza, la città e, in ultima analisi, la blasonata storia bluceleste.

Ma che la situazione sia di stallo è testimoniato dal fatto che mister Alessio Tacchinardi, prima e finora unica scelta dei Di Nunno, non è stato ancora chiamato a parlare a Cormano. Nessuna telefonata, nulla. Ma il segnale a Crema è arrivato chiaro: «Se andiamo avanti sarai tu l’allenatore». Il problema è che questo “se” è grande come una casa perché attualmente Paolo Leonardo Di Nunno sta producendo il più grande sforzo per lasciare la società in mano ad altri. Venderla è, oggi come oggi, l’unico scopo. Non condiviso dal figlio, ma sicuramente un obiettivo preciso. D’altronde, pur essendo Gino Di Nunno molto influente anche sul padre, è sempre il “senior” a tirare le fila di società (bluceleste) e azienda (Elettronica Videogames). Senza il via libera del “capo”, non si fa nulla.

Una situazione di stallo, dunque, ma anche mobile. Perché appena uno degli ingranaggi bloccati dovesse trovare olio per tornare a muoversi, allora i processi sarebbero rapidissimi. Pochi giorni servirebbero per chiudere le trattative di vendita e pochissimi per chiudere la trattativa con Tacchinardi che sbloccherebbe tutte le altre. Non è più così certo che a dare una mano a Di Nunno nel costruire la squadra sarà Fracchiolla, l’ormai ex direttore sportivo.

Ma la squadra, in testa, Gino Di Nunno ce l’avrebbe già. Non per sognare, ma per rimanere saldamente in categoria.

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