«Dobbiamo imparare a stare in campo insieme»

Il viceallenatore del Lecco, Andrea Malgrati, fa il punto della situazione nella squadra bluceleste. «Stiamo crescendo in tutti i reparti. Tacchinardi? È molto esigente, ha un carattere forte, ma è schietto e onesto».

Andrea Malgrati, l’allenatore lecchese, vice di mister Alessio Tacchinardi, è più realista del re. Non si illude, non fa proclami, non si esalta. Ma non è nemmeno pessimista. Per lui il “suo” Lecco è una creatura che sta muovendo i primi passi. Ma anche una creatura che deve passare in fretta dall’infanzia all’età adulta. Il percorso di crescita deve essere rapido. «La squadra è quasi nuova - premette l’ex capitano bluceleste - e ci sono tanti giovani nuovi. Dobbiamo imparare a stare in campo insieme. Sono tante le novità e la strada è molto lunga. Però i ragazzi sono sempre propositivi, stanno assimilando le cose che il mister propone, si sacrificano…».

«Molto bene Pinzauti»

In quale settore del campo il Lecco è, dunque, più avanti in questa crescita? Malgrati non lo dice, ma è chiaro che in difesa le cose stiano andando meglio che in altri settori. «Siamo abbastanza omogenei e, nel contempo, ci manca qualcosina in tutti i reparti. Ma per fortuna la squadra sta crescendo in modo univoco. Non sta crescendo un reparto a scapito degli altri. Stanno tutti migliorando contemporaneamente. In difesa però ci sono dei giocatori di esperienza che stanno aiutando i giovani a crescere anche se è così pure a centrocampo dove è arrivato Maldonado (ma solo negli ultimi giorni, ndr). In attacco Pinzauti sta facendo molto bene anche in allenamento. Per lui c’è molto di inespresso che potrebbe saltare fuori sul più bello, in campo. Quest’anno sarà un campionato tosto, molto di più degli altri per cui vedremo solo alla riprova del campo come saremo messi».

Malgrati però non ne fa un discorso solo di crescita: «Potremmo essere ancora in crescita a inizio campionato, ma tutto sta nel capire quanto margine di crescita abbiamo. Puoi avere una squadra forte fin da subito, ma che se arriva al massimo più in là non può andare. Per cui spero che il mio Lecco sia una sorpresa. Che vada sempre in crescendo e scopra di avere molto margine di crescita».

Zironelli, De Paola e ora Tacchinardi: Malgrati sta passando tutti i modi di giocare e le personalità. Una scuola d’eccezione. «Sono completamente diversi anche come idee di calcio - fa presente -. Con tutti e due i primi, mi sono sempre trovato molto bene e ho ricevuto tanta stima e tanta ne ho data. Al punto che mi sento ancora con loro. Con Alessio il rapporto è buono. È un allenatore che ha voglia di emergere ed è lampante. Si è messo e si metterà in gioco. È molto esigente e ha voglia di dimostrare di essere un buon allenatore. E io, dalla mia esperienza di ex giocatore, lo reputo molto preparato, appassionato di calcio a 360 gradi: non guarda solo all’allenamento atletico-tattico, ma allo spogliatoio, all’aspetto mentale e via dicendo. Ha un carattere forte ma è giusto, onesto, schietto. Non dice mai parole fuori posto e si esprime sempre nei modi giusti. Mi auguro per lui, per me e per il Lecco, che l’impegno che ci mette sia ricompensato da un buon campionato».

«Farò il patentino Uefa A »

Due stagioni, ma come se fossero tre. Malgrati è pronto a spiccare il salto nella prossima? «Ho bisogno di crescere tanto - preferisce restare con i piedi per terra il viceallenatore bluceleste -. Non so neanche se diventerò mai un primo allenatore. Farò il patentino Uefa A per una soddisfazione personale».

«Mi piace molto lavorare con personalità diverse e conoscere persone diverse - la chiosa -. Ho bisogno di questo fino a quando mi sentirò pronto».

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