«Allenarsi? No, dormire per dieci giorni»

Il patron del Lecco, Di Nunno: «In vista dei playoff i ragazzi hanno bisogno di restare a letto a riposare. Dopo Trento, di colpo la squadra è scoppiata. E dire che a un certo punto pensavo di poter vincere il campionato»

Le parole di Paolo Leonardo Di Nunno fanno discutere. Sempre. Anche quelle pronunciate sabato, a margine di un risultato comunque storico come la terza piazza in campionato.

Certo, a caldo, la delusione per il mancato secondo posto solitario (quello condiviso ha favorito il Pordenone che è passato come secondo) può aver influenzato il patron che, peraltro, appariva sereno (e ci mancherebbe).

Fatto sta che ha spiegato: «A Padova abbiamo subìto un 2-0 poi abbiamo vissuto un bel momento, nella ripresa. Cominciando a giocare. Si vede quando una squadra non sta bene, però. Anche questi playoff non è che mi diano particolari sensazioni positive… Se arrivavamo anche quarti era lo stesso. Certo, ora ci sono otto partite davanti e non dieci. Ma se si incontra il Padova o il Vicenza o altre si rischia: sono tutti squadroni che prima non hanno giocato bene ma ora faranno i playoff per vincere».

«Ci è mancato Eusepi»

Ora il Di Nunno-pensiero è più chiaro: teme che le squadre arrivate dietro al Lecco, e che erano accreditate per vincere il campionato, ora tirino fuori gli artigli. In effetti “squadroni” che hanno giocatori ex serie B nelle loro rose, potrebbero diventare pericolose in un mini torneo dove si gioca partita per partita. Insomma, la maggior qualità di alcune squadre potrebbe diventare decisiva.

E poi Di Nunno, come rivelato da mister Foschi stesso, è convinto che le assenze di Zuccon, Girelli e altri possano diventare decisivo: «Un ragazzo è in Nazionale (Zuccon, ndr), nei prossimi giorni squalificheranno anche Girelli che in campo dà sempre il massimo. Non ho poi avuto la fortuna di disporre di un attaccante che avrebbe potuto dare un certo tipo di apporto. Uno che la prende e la mette dentro, per intenderci. Io ce l’avevo … Era Eusepi. E se l’ho tenuto qua è perché mi è dispiaciuto: ha figli… famiglia... Ho chiesto anche alla Lega se poteva fargli uno sconto di uno-due mesi, ma mi hanno detto no, che non era possibile per quei reati (doping, ndr). Ho detto: “Anche in galera si fanno sconti e qui nel calcio no?” Ho parlato anche con il presidente della Figc Gravina che era l’unico a poter fare la grazia… Io ho fatto il massimo…».

Insomma, la delusione c’è e scotta.

Il risultato ottenuto contro la Pro Vercelli non lo soddisfa. «No. Pensavo di arrivare primo: pensavo ce la facessimo. Tutto a un tratto la squadra è scoppiata… Dopo Trento non c’è più stata partita… Pensavo di vincere, ma non abbiamo vinto. Siamo qua. Per cui oggi credo che i ragazzi non abbiano bisogno di due settimane di allenamenti, ma di dieci giorni di letto, di riposo, tutti a dormire. E poi una settimana per allenarsi. Vedremo… ».

«Ci sono le basi per costruire»

Il che vuol dire che la delusione è totale. E si riflette anche sul futuro: «Se ci ritenteremo il prossimo anno? Questa settimana ho avuto un piccolo attacco di cuore. Soffro di aritmia. Devo stare un po’ tranquillo. O trovo soci, ma da solo non ce la faccio. Ci sono le basi per costruire? Sì. Ma il campionato è stato molto strano. Eravamo tutti là… è stato tante volte molto strano questo torneo».

«Anche la Pro Sesto (ancora? Evidentemente di Di Nunno ha un debole per i milanesi, ndr), meritava di più - aggiunge -. Come noi non ha speso molto. Non i soldi nostri. Poi si è fatta male la loro punta, altrimenti avrebbe potuto vincere il campionato… Noi? Non eravamo all’altezza di vincere il campionato. Ci è andato tutto bene».

© RIPRODUZIONE RISERVATA