Una “Fotografia” folgora il Merini
I vincitori del Premio internazionale

Poesia: a Brunate l’atto conclusivo della manifestazione: i premiati e le motivazioni - Tra gli inediti spicca una lirica sui caduti della Grande Guerra - Oggi la passeggiata “Padre mio”

Si è svolta ieri pomeriggio nell’accogliente sede della biblioteca di Brunate la cerimonia di conferimento dei riconoscimenti ai vincitori della 7ª edizione del Premio internazionale di letteratura Alda Merini.

Un concorso particolarmente partecipato se è vero che la giuria, presieduta dal giornalista Pietro Berra, ideatore della manifestazione, e composta da Lucia Bellaspiga, Michelangelo Camelliti, Chiara Milani e Luisella Veroli, ha selezionato i lavori meritevoli tra gli oltre mille pervenuti. Ecco i premiati e le motivazioni.

Soldati martiri

Per la sezione “Inediti di poesia” il primo premio è andato alla lirica “Fotografia” di Teresa Tartarini: «La narrazione della vicenda personale di un soldato, in nome e per conto di tutti i soldati martiri della Grande Guerra nel luogo simbolico che la storia ricorda come “quota 526”, fa della “fotografia in parola” di Teresa Tartarini un’istantanea che nella parte finale – dopo la cronaca spietata – piega finalmente alla pietà del gesto come possiamo vederlo ora, cent’anni dopo, senza la costrizione della morte quotidiana come panorama consueto e ordinario».

Un ex æquo

Un ex æquo per il “Volume edito di poesia”. A “Dolore minimo” di Giovanna Cristina Vivinetto: «Il diario di una trasformazione profonda, di una seconda nascita, descritta dall’autrice / protagonista con parole esatte e cristalline, capaci di coinvolgere il lettore come se stesse leggendo un romanzo, ma anche di portarlo negli angoli estremi dell’anima dove solo la poesia può arrivare»; e a “Maiser” di Fabiano Alborghetti: «Non pochi autori, negli ultimi anni, hanno meritoriamente ricostruito storie di quando gli emigranti eravamo noi italiani. Fabiano Alborghetti, in “Maiser”, lo ha fatto percorrendo strade particolarmente originali: fin dal titolo del suo libro, che altro non è se non un epiteto con cui i ticinesi insultavano i “polentoni”». Per la sezione “Testamenti”, la giuria ha premiato “Testamento di un punto che muore” di Maria Rita Capasso: «Un testo ben congegnato, in cui la figura umana che muore – ma anche quella che nasce e che riceverà l’eredità dalla prima – non ha volto né nome: è anch’essa un punto disegnato su uno schermo nero, che man mano rimpicciolisce fino a scomparire».

Ancor più in questa edizione del Premio, che cade nel decimo anniversario della scomparsa di Alda Merini, è importante la sezione dedicata alle tesi di laurea e saggi sull’opera della poetessa e sulla poesia contemporanea. Emiliano Sciuba con “Una ragazza folle come gli uccelli” ha realizzato «Una dottissima, sapiente, intelligente analisi dell’intera opera di Alda Merini che va a colmare la carenza in Italia di studi accademici».

Per gli “Inediti di poesia giovani (under 18)” vince la lirica “Entropia antropica” di Giulia Del Torre, dove «L’autrice ironizza su comportamenti e relazioni stereotipate secondo le modalità compromissorie del momento presente»”. Infine, per “La poesia in classe”, tre ex æquo: le classi 5A e 5B del Favini di Coriano (Rn), la 3C del Federici di Trescore Balneario (Bg) e la Magistri Intelvesi di San Fedele Intelvi. Inoltre la Giuria ha deciso di assegnare vari altri riconoscimenti sotto forma di attestati di merito. Oggi a partire dalle 14 è in programma la Passeggiata Poetica “Padre mio” sulla mulattiera scenario dell’incontro dei nonni di Alda Merini: è organizzata dai Comuni di Brunate e Como, sarà guidata da Pietro Berra ed è realizzata in collaborazione tra il Premio e le Passeggiate creative dell’associazione Sentiero dei Sogni.n 
Alessio Brunialti

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Eco di Bergamo I talenti del Merini