Simone Cristicchi e l’esodo istriano
Una spettacolare lezione di storia

Cantante, attore, ma anche ricercatore, al Sociale di Canzo ha proposto un viaggio emozionante ricco di dati

Quanti di noi a scuola non hanno mai sentito parlare delle foibe e dell’esodo che coinvolse 350mila italiani, costretti a lasciare l’Istria e la Dalmazia cedute alla Jugoslavia nel ’47 come risarcimento di guerra?

È capitato anche a Simone Cristicchi, che nel suo “Esodo”, spettacolo teatrale in cui rielabora il tema già proposto a partire dal 2013 in “Magazzino 18”, inserisce tra i primi elementi il ricordo di sé ragazzino che, dal bus che lo portava al liceo a Roma, vedeva la scritta “Quartiere Giuliano Dalmata” e si chiedeva chi fosse quel signor Giuliano dal cognome così particolare. Un aneddoto che ha la capacità di agganciare il pubblico, come è accaduto sabato sera al Teatro Sociale di Canzo, e di farlo salire a bordo per un viaggio spazio temporale di un’ora e mezza abbondante, pieno di emozioni.

È uno spettacolo a tutto tondo, quello di Cristicchi, che da solo sul palco mescola i suoi numerosi talenti: narratore, attore, cantante, ma anche ricercatore, che ricostruisce la storia con precisione ed equilibrio. Le testimonianze personali sono il pezzo forte, interpretate da lui stesso, o in forma di apparizione visiva e sonora alle sue spalle, ma la contestualizzazione fatta di numeri e date è rigorosa (a partire dai soprusi perpetrati dai fascisti, per arrivare alla pulizia etnica anti italiana di Tito coperta dal Pci). A tratti sembra di assistere a una lezione, ma è necessaria. Lo confermano i carabinieri all’uscita, lì per scongiurare eventuali contestazioni dei negazionisti dei centri sociali, capitate la sera prima a Saronno.n
Pietro Berra

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