Servillo: «Nell’Arena il nostro omaggio
al canto universale di Modugno»

Venerdì il cantante-attore guiderà gli Uomini in frac al festival Città della musica. Una personale rilettura di brani senza tempo a venticinque anni dalla morte di Mister Volare

Nell’agosto di 25 anni fa si spegneva, per sempre, la grande voce di Domenico Modugno, cantante, autore, attore, uomo di spettacolo, ma anche di grande cultura, “alta” e popolare, innovatore, rivoluzionare, pietra angolare della canzone italiana tutta.

Non è esagerato affermare che “Nel blu dipinto di blu” abbia davvero segnato uno spartiacque tra la canzonetta e la canzone con la C maiuscola. E la sua musicalità, che ha attinto dalla tradizione folk del nostro Sud, ma anche dal cabaret nobile di Kurt Weill, dagli chansonnier francesi fino ad attraversare l’Oceano per raggiungere Broadway, si presta anche a essere riletta in jazz da un gruppo di musicisti di prim’ordine, gli Uomini in Frac che si esibiranno nell’arena del Teatro Sociale per il Festival Como Città della Musica venerdì 12 luglio alle 21.30.

La band

Sul palco il sassofonista Javier Girotto, il trombettista Fabrizio Bosso, la pianista Rita Marcotulli (sì, c’è anche una splendida Donna in Frac), il batterista Mattia Barbieri e il contrabbassista Furio Di Castri, ideatore del progetto assieme al cantante, Peppe Servillo, celebre per la lunga militanza negli Avion Travel, vincitori di Sanremo nel 2000, quarant’anni dopo quel “Volare”.

Popolare ma profondo

«Un paragone che mi lusinga e mi onora - commenta Servillo - Certo le sue canzoni, anche quelle che vinsero al Festival e quindi pensate per essere popolari, avevano sempre una doppia valenza: estremamente personali, ma assolutamente universali. Era una sua grandissima dote: possedeva una sensibilità artistica molto alta che sapeva rendere con il linguaggio della musica popolare. Poi Modugno era amico di poeti, ha musicato poeti come Pasolini (in repertorio c’è la meravigliosa “Cosa sono le nuvole”), ma sempre restando accessibile».

Come è nata, quasi 15 anni fa, l’idea di questo omaggio? «Dall’ammirazione per la sua capacità di scrittura e di interpretazione. Il jazz si è sempre alimentato dalla musica popolare: reinterpretiamo le melodie con grande rispetto per poi lasciare spazio all’improvvisazione».
Già con gli Avion Travel, Servillo aveva riletto Modugno: quando è nato questo amore. «Attorno ai vent’anni, nei primi Ottanta, quando, appunto, iniziò il percorso che portò alla nascita del gruppo. Prima, da adolescenti, si tende sempre un po’ a negare il passato, invece Modugno, assieme a Pino Daniele, mi riavvicinarono alle mie origini, alla musicalità del Sud». Pugliese, cantò in siciliano e in napoletano, oltre che in italiano, «e venne anche criticato per questo. Con il senno di poi restano canzoni immense come “Amara terra mia”, che nasce da un canto tradizionale abruzzese. Lui la fece sua e ci regalò un brano immenso, che abbiamo inserito nel nostro repertorio».

Un’altra affinità: Peppe è anche uomo di teatro, come lo fu Mimmo. «Ma, a differenza sua, io non sono un cantante di voce. Lui era straordinario perché riusciva a essere sentimentale senza mai essere patetico, era fortemente passionale e collaborò con i più grandi, con Strehler come Garinei e Giovannini». I biglietti sono disponibili alle casse del Teatro Sociale da 20 a 15 euro (più prevendita).

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