Manhattan Transfer: a Chiasso
per mantenere una promessa

Appuntamento attesissimo dagli appassionati questa sera al Cinema Teatro - I “superstiti” del gruppo continuano nel solco tracciato dal leader Tim Hauser, morto 5 anni fa

I Manhattan Transfer approdano al Cinema Teatro di Chiasso stasera, venerdì 20 dicembre, alle 20.30 per un concerto all’insegna del “vocalese”.

Per gli appassionati non si tratta di un evento qualunque: Alan Paul, Cheryl Bentyne e Janis Siegel stanno mantenendo la promessa fatta al leader e fondatore Tim Hauser, scomparso nell’ottobre d cinque anni fa. Il quarto microfono ora è in mano a Trist Curless, già collaboratore della formazione in passato, scelto personalmente da Hauser per sostituirlo durante la convalescenza da un’operazione. Con coraggio i superstiti hanno deciso che andare avanti era il migliore, ma anche l’unico modo possibile per fare sì che la visione del compagno scomparso non sparisse nel nulla.

Uomo fuori dal tempo, Timothy DuPron Hauser fondò i Manhattan Transfer nel 1969, quando la musica americana stava smaltendo la sbornia psichedelica, si stava diffondendo il country rock e incidevano i primi cantautori intimistici (James Taylor, Joni Mitchell) mentre la contaminazione con il jazz era pilotata da grandi formazioni strumentali come Chicago e Blood, Sweat & Tears. Ma Hauser preferiva un altro jazz, quello degli anni Trenta e Quaranta oltre al “vocalese” di Hendricks, Lambert & Ross, che vedeva i cantanti impegnati a riprodurre con le proprie voci gli assoli strumentali di grandi musicisti.

La primissima incarnazione dei Manhattan Transfer non ebbe troppa fortuna e, dopo un primo scioglimento, Tim trovò un assetto a metà anni Settanta. Il quartetto classico, quello Hauser – Siegel – Paul – Bentyne, nasce nel 1978 e ha realizzato numerosissimi dischi di successo. Un altro elemento portante del sound è fornito dal pianista Yaron Gershovsky, direttore musicale e arrangiatore che sul palco di via Dante sarà accompagnato da David Finck al basso e Steve Hass alla batteria. In una carriera lunga e prestigiosa, i Manhattan Transfer hanno vinto numerosi Grammy e hanno venduto milioni di dischi nel mondo, caso più unico che raro in ambito jazzistico anche se, nel corso del tempo, la loro musica si è contaminata con diversi generi.

Al rigore del capolavoro “Vocalese” si contrappone un disco vendutissimo e di eccellente fattura come “Brasil”, dove lo stile del quartetto adatta brani latino americani. Da ricordare, tra tanti capolavori, l’adattamento della celeberrima “Birdland” dei Weather Report, quasi una sigla per il quartetto, e, vista l’atmosfera prenatalizia, non mancheranno brani scelti da loro due dischi a tema, “The Christmas album” e “An acapella Christmas”. L’ultima opera pubblicata a oggi, in ogni caso, è un omaggio alle radici, “The junction” a cui si somma l’irresistibile “The summit - Live on soundstage” che vede i Manhattan Transfer confrontarsi con un’altra celeberrima formazione vocale, i Take 6, scambiandosi i repertori e affrontando classici come una vera e propria orchestra di corde vocali. Biglietti da 38 a 20 euro.

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