La tragedia del Covid al Bergamo Film Meeting

La kermesse La storica manifestazione si svolgerà da sabato 11 a domenica 19 marzo

L’anteprima italiana del bellissimo e coinvolgente documentario “Le mura di Bergamo” di Stefano Savona, che racconta l’improvvisa e violenta esplosione dell’epidemia Covid 19 nella città orobica, è uno dei pezzi forti del 41° Bergamo Film Meeting.

La storica manifestazione si svolge da sabato 11 a domenica 19 marzo all’Auditorium di Piazza Libertà e al Cinema Teatro del Borgo, oltre agli altri spazi cittadini che ospiteranno i tanti eventi collaterali.

Come tradizione, è prevista un imperdibile “antipasto” venerdì 10 al Teatro Donizetti con la sonorizzazione dal vivo di “Psycho” (1960) di Alfred Hitchcock: l’Orchestra Sinfonica Giovanile di Milano, diretta dal maestro Anthony Gabriele, eseguirà la celebre colonna sonora composta dal Premio Oscar Bernard Herrmann.

Dal giorno seguente si entra nel vivo del programma (informazioni www.bergamofilmmeeting.it), con un capolavoro inserito dentro la personale dedicata all’attore e regista polacco Jerzy Stuhr (visto anche in “Habemus Papam”): “Tre colori – Film bianco” (1994) di Krzysztof Kieślowski. Da evidenziare nella prima giornata “Home – Casa dolce casa?” della svizzera Ursula Meier, cui è dedicato un omaggio comprendente il recente “La ligne”, con Isabelle Huppert.

Alle 20 inizia la Mostra concorso, appuntamento giornaliero con i film in anteprima nazionale votati dal pubblico in sala e da una giuria: il primo è il polacco “Backwards” di Jacek Lusinski. Nella competizione il buon “Le proprietà dei metalli” dell’esordiente Antonio Bigini, reduce dal Festival di Berlino, ambientato a fine anni ‘70 con un professore che studia la capacità di un ragazzino di piegare i metalli. I registi più affermati tra i sette i lizza sono il bulgaro Tonislav Hristov di “The Good Driver” e l’albanese Gentian Koçi di “A Cup of Coffee and New Shoes On”. Trattano temi molto attuali “The Channel” di Thierry Binisti, su migranti che cercano di attraversare la Manica, e “Minsk” di Boris Guts, con le proteste dei bielorussi contro il governo.

Domenica pomeriggio è prevista la proiezione del film di Savona, in concorso al Festival di Berlino nella sezione Encounters e nelle sale da giovedì 16, sui mesi dell’emergenza pandemica nella città orobica. Non una cronaca, bensì il racconto corale di una comunità che visse mesi in apnea, perdendo tante persone senza capire il perché, fino a un inizio di elaborazione e di ricostruzione dei legami e dello stare insieme.

Il Bfm passa dai grandi del passato agli emergenti, guardando all’animazione della regista ceca Michaela Pavlátová e ai documentari del concorso “Visti da vicino”. Altro omaggio al geniale belga Jaco van Dormael, da “Toto le héros” a “L’ottavo giorno”, da “Mr. Nobody” a “Dio esiste e vive a Bruxelles”, proposto nella serata finale. Ancora cinque film fondamentali della grande cineasta sovietica e ucraina Kira Muratova, come “Brevi incontri”, “Lunghi addii” e “Sindrome astenica”.

Per gli amanti del cinema classico c’è Cult Movie – Lauren Bacall, un’attrice mito condensata in cinque opere: il noir epocale “Il grande sonno” (1946) di Howard Hawks precederà la cerimonia di consegna dei premi.

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