Il pianoforte più grande del mondo
fa risuonare il cuore dei comaschi

Apprezzato il concerto-dono che Casalino ha regalato alla coop AttivaMente. E lo strumento si è rivelato più di un esperimento tecnico grazie a sonorità particolari

I progetti ambiziosi, talvolta, si riconoscono, si cercano, si incontrano. Come per l’evento di lunedì pomeriggio a Villa Olmo, che ha intrecciato la presenza in città del centro socioculturale AttivaMente e il passaggio a Como di uno strumento musicale a dir poco singolare.

Le nuove relazioni dei Liberi Strumenti di Metamorfosi di AttivaMente hanno avuto il suono del più lungo pianoforte a coda da concerto del mondo, il Borgato Grand Prix, 333 centimetri di sonorità e tecnica particolare, costruito completamente artigianalmente come la vita teatrale della cooperativa comasca. L’occasione del dono si è concretizzata con il ritorno su un palcoscenico della sua città del pianista Gianluca Casalino, che ha scatenato le sonorità del “grancoda overly” attraverso un programma di massimo virtuosismo, da Chopin a Liszt.

Grandi contrasti

Grandi contrasti, fra pianissimo sussurrati e impeti imponenti, anche spinti al parossismo, hanno fatto le quasi due ore di concerto di Casalino fra il Notturno in mi bemolle op. 9 n. 2 interpretato con delicatezza, i primi due Scherzi e la Prima Ballata di Chopin in un crescendo di virtuosismo, gli Studi “Leggerezza” e “Campanella”, Parafrasi sul Rigoletto e Seconda Rapsodia di Liszt ancor più trascendentalmente affrontati.

Energia e tecnica

Un Romanticismo d’antan sull’onda prevalente del grande tecnicismo, con cui Casalino ha energicamente sviscerato la sonorità del grande strumento, strappando tre bis al pubblico intervenuto in buon numero nel Salone di Villa Olmo. Dagli anni giovanili con i primi concerti in città, Casalino ha ampliato con la fiducia che sa portare oltre i limiti la propria arte e la propria esperienza concertistica in tre continenti, non dimenticando di farsi testimonial come in questo dono ad AttivaMente insieme a Luigi Borgato.

Il costruttore vicentino, musicista e artigiano nel senso più alto del termine che unisce “ars” e fare, non ha mancato di raccontare ai presenti la propria storia, che passa attraverso la produzione pressoché unica dei propri strumenti interamente a mano. Il suo Gran Prix 333 va ben oltre l’esperimento tecnico sonoro, nel verso di un’individualità tutta particolare e tutta da scoprire, anche nelle particolarità spiccatamente specialistiche come le quadruple corde nella regione acuta o il possibile frazionamento dell’uso degli smorzatori in due zone della tastiera, effetti che Borgato stesso ha derivato da ricerche beethoveniane. Chissà che, come la nuova e sempre crescente offerta di costruire relazione di AttivaMente con le proprie iniziative teatrali, creative, pedagogiche nella nuova sede del Castelli, il gran coda da concerto record tutto italiano non torni ancora a Como, magari in ambiente diverso e altrettanto prestigioso, a incuriosire il pubblico con altre sue potenzialità espressive.

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