I re mida della disco music italiana
si raccontano sul palco dell’Officina

Hanno scritto le hit dei Righeira, lanciato Amanda Lear e collaborato con De André. I fratelli La Bionda a Como ripercorrono in una sera una carriera ricca di successi internazionali

Dopo il grande successo riscosso da un big della canzone d’autore come Alberto Fortis, la seconda “Serata d’Onore” dell’Officina della Musica di Como punta su un duo che ha scritto la storia della disco music italiana nel mondo.

E non solo, perché i fratelli La Bionda, in una carriera lunga e ricca di soddisfazioni, hanno travalicato i confini tra i generi dimostrando sempre di possedere quel qualcosa in più per arrivare alla vetta delle classifiche, sia con hit pubblicate a proprio nome che realizzate per altri artisti: il tormentone “One for you, one for me” è, ancora oggi, indimenticabile, ma si pensi che anche dietro a “Vamos a la playa”, “No tengo dinero” e “L’estate sta finendo” di altri due (finti) fratelli, i Righeira, c’è lo zampino di Carmelo e Michelangelo La Bionda.

Comaschi nella band

Stasera si esibiranno con una sezione ritmica tutta comasca, con il bassista Angelo Quatrale e il batterista Marco Porritiello, ma oltre a dare un saggio della loro grande inventiva strumentale, si racconteranno al pubblico, ripercorrendo le tappe di un percorso unico nel panorama musicale nostrano.

Dalla Sicilia al mondo

Arrivano da Ramacca, in provincia di Catania, e la passione per le note li porta a scrivere canzoni che interessano nomi già celebri. Bruno Lauzi, Rosanna Fratello, Mia Martini, Ornella Vanoni, perfino i Ricchi e Poveri si avvalgono della penna, prima, e poi della perizia strumentale e della produzione dei due, una vera e propria ditta specializzata come specifica, ironicamente, la dicitura sul primo album da protagonisti: “Fratelli La Bionda, s.r.l.”.
Sono un’instancabile macchina da hit. Lanciano Amanda Lear e se si pensa che si dedicassero solo alla musica di consumo, eccoli anche nelle session del “Volume 8” di Fabrizio De André, e zitti tutti. Oltre a dedicarsi agli altri gestiscono la propria arte alla perfezione: si inventano un’altra sigla, questa volta straniera, D. D. Sound (sta per Disco Delivery Sound) per arrembare il mercato internazionale, senza dimenticare quello italiano con un autentico colpaccio: “1 2 3 4... gimme some more!” viene adottata come sigla della “Domenica sportiva” ed entra prepotentemente nelle orecchie e nei cuori degli italiani, con quel riff di armonica a bocca che tutti ancora ricordano. Per un certo periodo hanno una doppia vita, come D. D. Sound e come La Bionda, ma quello che conta sono i successi: tra i tanti è da citare sicuramente “I wanna be your lover”, rilanciato da Caparezza. Negli anni Ottanta per Carmine e Michelangelo si apre una nuova frontiera, quella delle colonne sonore, e la storia è ancora lunga: la racconteranno proprio loro stasera alle 21 sul palco di via Giulini 14B (ingresso a 15 euro fino a esaurimento posti disponibili, per prenotazioni e informazioni: 349/28.03.945, [email protected]).

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