Gwendolyn Masin: al Sociale

un violino per il mondo

Como: la musicista olandese celebre per il suo “mix” di culture e tradizioni questa sera per la stagione sinfonica del teatro

Crossover è bello, per Gwendolyn Masin. La violinista celebre nel mondo per il mix di culture, musica e tradizioni che caratterizza i suoi concerti, è ospite oggi, martedì 9 aprile, alle 20.30 della stagione concertistica del Teatro Sociale di Como AsLiCo.

Olandese dalla storia musicale complessa e versatile, dai primi anni di enfant prodige alla ricca carriera fatta di contaminazioni fra stili, repertori, generi ed emozioni connesse, Guendalina arriva stasera con il suo violino fiorentino Carcassi del 1761 - di proprietà della sua famiglia da più di mezzo secolo – e un sestetto d’archi in piena simbiosi con lei: l’ensemble Origin, composto da Abigail McDonagh, Priyanka Ravanelli e Ernst Jan Vos al violino, Martin Moriarty alla viola, Patrick Moriarty al violoncello e Massimo Pinca al contrabbasso.

Undici rintocchi sulla corda di re annunceranno il viaggio quasi fiabesco, dalle mille atmosfere, che Masin e l’ensemble Origin intendono compiere per il pubblico del Sociale: lo scandire misterioso sarà quello della Danse macabre di Camille Saint-Saëns, fascinosa apertura del concerto insieme al Poème symphonique op. 40 del raffinato compositore francese di fine Ottocento. Un vortice di temi celeberrimi e altrettanto godibili farà da prosecuzione coinvolgente della serata: il sarcasmo dell’Humoresque di Rodion Ščedrin, gli echi zingareschi di Zigeunerweisen op. 20 di Pablo de Sarasate e della Gitana di Fritz Kreisler, le variazioni di Johan Halvorsen sull’universale tema della Passacaglia di Georg Friedrich Händel.

Il programma si incamminerà quindi ancor più verso le lingue musicali della più vasta Europa e di un altrettanto vasto crogiolo e incrocio di culture, con popolare e colto a influenzarsi reciprocamente: le Danze rumene op. 68 di Béla Bartók, gli idilli naturalistici intrisi di folclore polacco dei 5 Bucolics di Witold Lutoslawski, via via coinvolgendo l’improvvisazione di Nigun sui tre pezzi di ispirazione chassidica da Baal Shem di Ernest Bloch (1880-1959), per ripiegare in conclusione verso la settecentesca Sonata per due violoncelli in sol maggiore, n. 22 del francese Jean-Baptiste Barrière, l’immortale Liebesleid di Fritz Kreisler e i vortici di Pièce en forme de Habanera, Tzigane e Rhapsodie de concert di Maurice Ravel.

Nata ad Amsterdam nel 1977, Gwendolyn Masin appartiene a una famiglia di musicisti da generazioni ed è “nata con il violino in mano”: ha debuttato all’età di cinque anni, è regolarmente ospite di programmi radiofonici e televisivi, suona in Asia, Europa, Sud Africa, Medio Oriente, Nord America, sia come solista, sia con importanti orchestre. Nel 2009 ha pubblicato, per i tipi di Müller & Schade, il volume The Magic of the Violin, tradotto in tedesco nel 2017, come strumento iniziatico allo studio del violino. Docente di violino all’Haute école de musique di Ginevra, nel 2017 ha registrato “Flame” con brani tratti da Debussy, Ravel, Stravinsky e Szymanowski e “Origin”, raccolta di composizioni e improvvisazioni che si basano sul repertorio più virtuoso dei più celebri bis.

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