Cristicchi: nel suo “Esodo”
la tragedia delle foibe

Al Teatro Sociale di Canzo stasera con uno spettacolo che tocca un nervo scoperto della società. Ma l’artista non vuole schierarsi: ad affascinarlo è l’orrore causato dalla stupidità umana

Alla vigilia del 69° Festival di Sanremo, che lo vedrà in gara con “Abbi cura di me”, Simone Cristicchi torna sul palcoscenico, ma non per un concerto. Stasera alle 21 sarà al Teatro Sociale di Canzo con “Esodo”.

Una scelta che non mancherà di far discutere perché questo spettacolo arriva alla vigilia del Giorno della Memoria mentre, solitamente, vene proposto in coincidenza del Giorno del Ricordo. Perché il cantautore, ormai molto più attore, qui riprende il discorso del “Magazzino 18”, raccontando la storia degli esuli istriani, fiumani e dalmati a partire da quel luogo, nel Porto Vecchio di Trieste, dove uomini e donne lasciavano le loro proprietà in attesa di poterne in futuro rientrare in possesso.

Si parla, insomma, di un momento cupo della nostra storia, culminato nella tragedia delle foibe. Com’è facile immaginare questo spettacolo ha toccato un nervo scoperto della storia italiana suscitando polemiche anche aspre.

La sua non è la Storia con la S maiuscola, ma è la storia che non si legge sui libri, l’insieme delle piccole vicende di chi viene travolto da drammi davvero più grandi di lui. Il punto è che quando si manda qualcuno a morire, chiunque esso sia, qualsiasi cosa abbia fatto (e, a maggior ragione, se non ha fatto nulla se non trovarsi nel posto sbagliato nel periodo sbagliato), la ragione non è mai di qualcuno. Biglietto di posto unico a 20 euro.

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