Andrea Pennacchi: «Nella voce del Pojana tutte le nostre paure»

Intervista L’attore, ma anche autore e regista, porta stasera al Sociale lo spettacolo centrato sul popolare personaggio

Pojana e i suoi fratelli si preparano a travolgere, questa sera, mercoledì 26 ottobre, alle 20.30, con la loro carica comica e satirica il pubblico del teatro Sociale di Como. Ad inaugurare “Prosa open”, sezione della Stagione Notte della sala comasca, arriva sul palco Andrea Pennacchi, attore, ma anche autore e regista, dalla grande versatilità, personalità che sa muoversi tra teatro, cinema e televisione. Il grande pubblico lo ricorderà nei panni di personaggi molto diversi: da Antonio Monte, l’investigatore braccio destro di Paola Cortellesi nella serie tv “Petra”, che va in onda su “Sky” al ragioniere delle prime serie del “Paradiso delle Signore”, su Rai Uno, fino alla recentissima miniserie di Netflix, “Tutto chiede salvezza”. Pennacchi porta al Sociale uno dei suoi personaggi di maggiore successo. Si tratta appunto di Pojana, maschera grottesca che ha ottenuto grande popolarità per la presenza fissa nel programma “Propaganda Live” condotto da Diego Bianchi su La7. Ora, in una serata organizzata in collaborazione con MyNina Spettacoli, Pennacchi, accompagnato in scena da due valenti musicisti, Giorgio Gobbo e Gianluca Segato, proporrà alla platea il “Pojana pensiero”. (Biglietti da 33 a 22 euro più prevendita. Info e acquisto su www.teatrosocialecomo.it e alla biglietteria del teatro).

Pennacchi, presentiamo Pojana a chi non lo conosce…

Pojana è una maschera universale, molto diversa dalla macchietta. È veneto perché io stesso lo sono (Pennacchi è nato a Padova, ndr), ma potrebbe appartenere anche ad altri luoghi. È un ricco padroncino che dà sfogo, con sguardo torvo e toni per nulla diplomatici, alla sua diffidenza, alle paure e al pregiudizio che lo accompagnano verso chi è diverso e chi sembra attentare alle sue sicurezze.

Come è nato il Pojana?

È un misto tra osservazioni da bar e la lettura di Shakespeare! Pojana infatti è nato, qualche anno fa, per un adattamento delle “Allegre comari di Windsor” del Bardo, ambientato proprio in Veneto. Da lì, ha fatto molta strada e ora arriva a Como con i suoi fratelli, Edo il security, Tonon il derattizzatore, Alvise il nero e altri (figure nate in teatro e sulle pagine di un libro, ndr) Sono personaggi che, ognuno a suo modo, descrivono una realtà veneta, italiana e non solo.

Cosa pensano Pojana e C. dell’evoluzione politico-sociale cui stiamo assistendo nel nostro Paese?

(ride) Lo spettacolo è molto politico, certamente, ma non insegue le evoluzioni dell’attualità stretta. Di certo, Pojana, in questo momento, è impegnatissimo perché vuole scavare nel suo giardino…

Cosa cerca?

Sta cercando un giacimento di gas, perché non si fida mica di quelli del governo!

Non si può nascondere che questo personaggio e i suoi alter ego siano una rappresentazione di un certo Nord Est. Come reagisce il pubblico veneto?

Direi che in Veneto, Pojana è stato riconosciuto e accettato bonariamente. Come ho detto, non si tratta di una figura strettamente legata ad un territorio, quanto più ad una disposizione dell’anima, a un’essenza che può manifestarsi ovunque.

Un’essenza che appartiene ai cosiddetti “boomers” ovvero a persone che ormai contano molte primavere?

Può darsi, ma in realtà, mi pare che la chiusura che Pojana manifesta sia molto diffusa anche tra i giovani e non solo nel Nord Est.

Una chiusura che racconta la paura. Come ha potuto diffondersi così tanto questo sentimento?

La paura è innata in ogni essere umano. È un sentimento naturale. Va detto però che spesso, la paura è stata “coltivata”, non da una sola parte politica, come strumento di consenso. Una scelta sbagliata che porta agli estremismi.

In scena lei non sarà solo, data la presenza di due musicisti. Che ruolo avrà la musica?

Un ruolo importante. La musica è un’altra voce del racconto e a volte riesce a spiegare meglio di mille parole. Sono molto fortunato perché i miei compagni di viaggio sono musicisti bravissimi. Giorgio Gobbo è cantautore e Gianluca Segato è un ottimo strumentista.

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