Amanda Sandrelli:
«La poesia del tango
diventa spettacolo»

L’attrice sabato sera a Chiasso con il Duo Bandini-Chiacchiaretta in “Alfonsina y el mar: storia di tango e passioni”

Poesia e musica, intrecciate nelle suadenti atmosfere del tango, saranno protagoniste, domani sera, sabato 4 luglio, alle 21.30, nella rassegna open air “Voci e not(t)e”, organizzata dal Cinema Teatro di Chiasso. Va infatti in scena “Alfonsina y el mar: storia di tango e passioni”. Lo spettacolo, inizialmente programmato per stasera, è stato invece rimandato a domani a causa delle previsioni meteo non favorevoli.

Sul palco ci sarà la sempre solare Amanda Sandrelli con il duo Duo Bandini-Chiacchiaretta, formato da Giampaolo Bandini alla chitarra e Cesare Chiacchiaretta al bandoneon. Verranno eseguite musiche di Astor Piazzolla e Carlos Gardel. Non si tratta però di un concerto convenzionale, visto che Amanda Sandrelli interpreterà alcune suggestive pagine dei poeti più famosi della storia argentina, con una dedica particolare ad Alfonsina Storni, ticinese di nascita. Lo show (che come detto è rimandato a domani, 4 luglio) verrà proposto sul palcoscenico dello Spazio Amphitheatrum. I biglietti costano 20 franchi. La prenotazione, per tutti gli altri appuntamenti della rassegna, è obbligatoria sul sito www.centroculturalechiasso.ch. Info: [email protected] e 004158/122 4272).

Signora Sandrelli, ci racconta questo spettacolo che fonde, in modo del tutto particolare, parole e musica?

È una piccola chicca che proponiamo, a fasi alterne, da tanti anni. Ogni volta che io e i due bravissimi musicisti Giampaolo Bandini e Cesare Chiacchiaretta abbiamo la possibilità, negli spazi lasciati dai rispettivi impegni, ci troviamo insieme sul palco per questo lavoro che ci viene sempre richiesto.

Quale l’idea di base su ci avete creato questo recital?

L’idea è quella di recitare, in italiano, i testi di tango che sono bellissimi, ma che spesso il pubblico non riesce ad apprezzare fino in fondo. Abbiamo dunque fatto un esperimento, proponendo questi testi, spesso scritti da grandi poeti, in traduzione. In alcuni casi, sono anche separati dalle musiche originali. L’effetto, posso assicurarlo, è sorprendente e dà luogo ad uno spettacolo appassionante e piacevole.

Uno spettacolo adatto a chi vuole ritrovarsi dopo lunga lontananza dal teatro.

In particolare, proponete un omaggio ad Alfonsina Storni… Perché?

Non conoscevo la storia avvincente di Alfonsina, una poetessa, drammaturga e giornalista nata in Ticino e migrata, con la famiglia, a quatto anni di età, in Argentina. Quando i miei compagni di palcoscenico me l’hanno proposta, ho trovato una donna modernissima, per il tempo in cui visse e me ne sono appassionata. Anche per il pubblico, è sempre una scoperta. Alfonsina è stata una grande figura, forte e fragile. Vale la pena conoscerla meglio e soprattutto leggere i suoi scritti. Noi riprendiamo dei suoi frammenti poetici che hanno dato l’assetto definitivo allo spettacolo. Va detto che, se di solito, nel tango, le personalità di spicco sono tutte maschili, qui, finalmente, si coglie un punto di vista femminile. Di solito ciò non accade e la donna, che pure è presente nel mondo del tango, appare solo come proiezione dell’immaginario dell’uomo. Anche per questo, credo che lo spettacolo risulti molto interessante e originale.

E poi c’è la musica…

Certo, una componente fondamentale! Ogni volta, sul palco, ascoltando le bellissime melodie del tango, il bandoneon, mi perdo in quelle struggenti atmosfere. È come compiere un viaggio in Argentina, in una terra lontane e affascinante, tra grandi poeti e musicisti, a contatto con un’umanità autentica e con il suo carico di esperienze e ricordi. Lo spettacolo è però leggero e gioioso, senza toni drammatici. Ci si commuove ma senza tristezza.

Come lei sa, il Cinema Teatro di Chiasso è stato tra le primissime sale a ripartire. Che ne pensa?

Un segnale bellissimo, che aspettavamo da tempo. Anche per me, questa replica a Chiasso è la prima dopo tanti mesi di blocco. Mi sento “convalescente”, desiderosa di ripartire e nello stesso tempo, un po’ frastornata. Quello che tutti abbiamo vissuto è stato davvero difficile anche se io mi devo ritenere davvero fortunata, visto che ho trascorso la quarantena al sicuro e con i miei figli. A pesarmi è stata soprattutto l’impossibilità di contatti umani, al di fuori di quelli con gli affetti. Per me, che sono molto socievole è stato difficile. Prima del Covid poi prendevo un treno al giorno e ora faccio un po’ fatica a riabituarmi ai miei ritmi normali. Credo che anche il teatro potrà aiutarci tutti a ripartire e a superare, sia pure con prudenza, le paure e le difficoltà che abbiamo attraversato.

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