Trafilerie a processo
Patteggia un’imputata

Un anno e sei mesi per Aida Tia, uno dei tre sindaci del collegio dell’azienda di Calolzio, nel procedimento per bancarotta

Ha patteggiato un anno, sei mesi e venti giorni, con la sospensione condizionale della pena, uno dei tre sindaci del collegio delle Trafilerie del Lario, già Trafileria Brambilla, di Calolziocorte, rinviati a giudizio il 16 luglio 2019, quando hanno invece definito la loro posizione i coimputati.

Chiamati a rispondere a vario titolo dell’ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta, avevano optato per il patteggiamento l’ex ministro del governo Berlusconi Michela Vittoria Brambilla, ritenuta dal pubblico ministero inquirente Paolo Del Grosso amministratrice di fatto della società di famiglia fallita con passivo accertato di 55 milioni di euro, e il padre Vittorio Brambilla, nonché Alessandro Valsecchi e Nicola Vaccani, rispettivamente cugino e cognato della parlamentare quali amministratore delegato e liquidatore della società calolziese. L’8 ottobre si è quindi aperto il processo dibattimentale per Francesco Ercole (presidente del collegio) e suo figlio Mario.

La posizione del terzo componente del collegio sindacale, Aida Tia era infatti stata stralciata per un difetto di notifica, esteso anche a Mario Ercole che, come la collega, in un primo momento aveva eletto domicilio presso la propria abitazione, salvo poi comunicare lo spostamento presso lo studio del legale. La Procura che aveva però notificato a entrambi l’avviso di conclusione delle indagini e l’avviso di fissazione dell’udienza preliminare a casa. Ercole aveva firmato entrambe le ricezioni personalmente, ovviando dunque all’errore. A Tia invece era stata notificata di persona solo la prima comunicazione, motivo per cui la difesa - l’avvocato Alberto Mittone di Torino - aveva eccepito l’irregolarità. Con la conseguenza, per lei, del ritorno davanti al giudice per le udienze preliminari. Ieri, assistita dall’avvocato Nicoletta Manca del Foro di Lecco in sostituzione del collega Mittone, l’imputata ha chiesto e ottenuto di patteggiare la pena, applicata poi dal giudice Marta Paganini, nelle inediti vesti di giudice preliminare. Per gli ultimi due imputati, Ercole padre e figlio, si torna invece in aula, davanti al collegio penale, l’8 aprile.

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