Pestaggi e rapine tra rapper rivali: sette in carcere

L’inchiesta Botte e rapimenti contro Baby Touché: blitz contro la banda del lecchese Simba La Rue

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Una vera e propria faida a colpi di aggressioni, rapine, sequestri e rivendicazioni sul web fra due gruppi di giovani, perlopiù italiani di seconda generazione, polarizzati attorno alle figure di due rapper: il lecchese di origine tunisina Simba La Rue (vero nome Mohamed Lamine Saida, 20 anni) ora in carcere, e il padovano di origine marocchina Baby Touché (vero nome Mohamed Amine Amagour, 19 anni). Con il primo gruppo che ha solide radici nella nostra provincia, fra Calolzio, Garlate, Verderio, Introbio e il capoluogo.

È questo il contesto in cui si inserisce l’inchiesta dalla Procura di Milano che ha portato all’arresto di nove persone di cui otto residenti nel Lecchese, indagate a vario titolo per i reati di rapina, sequestro di persona e lesioni. Un elenco di nomi in cui si ritrovano anche alcuni volti noti della cronaca lecchese come Fabio Carter Gapea e Alan Christopher Momo, arrestati a ottobre perché in possesso, in un box di viale Turati, di otto chili di droga e tre pistole.

Gli altri

Insieme a loro sono finiti in carcere anche: Marco Locatelli, 22 anni di Calusco, Pape Ousmane Loum, 24 anni, senegalese, residente a Lecco, Ndiaga Faye, 25 anni, nato in Senegal, residente a Garlate, Chakib Mounir, detto Malippa, 24 anni, nato a Lecco residente a Calolzio e manager musicale, Sara Ben Salha, 22 anni, nata a Monza residente a Verderio e Mevljudin Hetem, 20 anni, nato in Macedonia, residente a Introbio. Saida, Loum, Faye e Mounir sono accusati di sequestro di persona e lesioni per un episodio avvenuto il 9 giugno, fra Milano e Calolzio, ai danni del rivale Baby Touché; Saida, Locatelli, Ben Salha, Momo, Gapea e Hetem devono rispondere di rapina e lesioni per un episodio del primo marzo avvenuto a Milano ai danni di due amici del trapper padovano. Il tutto documentato coi video postati sui social.

Ad accendere la guerra fra i gruppi di Simba La Rue e di Baby Touché, secondo le indagini del pm Francesca Crupi, svolte dai carabinieri di Milano in collaborazione con la Questura di Lecco, sarebbe stata un’iniziale aggressione verbale subita da Baby Touché mentre si trovava a Milano, in zona corso Como, posta in essere dal suo rivale lecchese ed da altri appartenenti al suo gruppo. Poche settimane più tardi la prima vendetta, con Gapea che sarebbe stato aggredito in Veneto, ferito a coltellate.

Il sequestro via web

Una spirale di vendette che ha portato alla rapina dell’1 marzo da cui ha tratto origine l’inchiesta, in danno di due giovani del gruppo di Baby Touché, che sarebbero stati pestati e colpiti anche con un coltello il primo marzo scorso, a Milano, per rubargli un portafogli e un cellulare. A quel punto, l’escalation di violenza sarebbe proseguita il 9 giugno, Simba con altri tre avrebbe preso parte al sequestro ai danni di Baby Touché: l’avrebbero accerchiato in via Boifava a Milano e poi l’avrebbero caricato su una Mercedes Classe A. Sarebbe stato tenuto lì dentro per due ore, mentre sul suo account Instagram, come su quello dei suoi aggressori, venivano pubblicati i video di quanto stava succedendo. Per poi liberarlo a Calolziocorte.

La nuova vendetta, ma riguarda altra indagine condotta dalla Procura di Bergamo, non sarebbe tardata ad arrivare. Il 15 giugno Simba è stato vittima di un agguato, venendo gravemente ferito con una coltellata a Treviolo, provincia di Bergamo, subito dopo aver riaccompagnato a casa la fidanzata.

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