L’inferno sulla 36
Secondo l’Anas
la colpa è del vento

Dopo la paralisi a Lecco . Superstrada chiusa fino a mezzanotte perché «il ripristino in sicurezza non era possibile»

Galleria del Monte Barro chiusa per oltre sette ore e traffico impazzito in tutto il circondario, con tempi di percorrenza anche superiore alle due ore per fare una decina di chilometri e super are lo snodo di Lecco.

Quel che è accaduto tra il tardo pomeriggio e la mezzanotte di venerdì è senza precedenti da almeno dieci anni per gravità, ma è anche l’ennesima testimonianza di un sistema viabilistico fragile, che va in crisi al primo incidente. Anche meno, a dirla tutta, visto che a scatenare l’inferno e la rabbia tra decine di migliaia di automobilisti è bastata la rimozione di un cartello. Siamo cioè di fronte a un sistema territoriale incapace di intervenire tempestivamente per gestire le emergenze.

La ricostruzione

Anas ricostruisce così quanto accaduto attorno alle 17: «Un cartello stradale posizionato in carreggiata sud, all’altezza dello svincolo di Pescate, è stato divelto dal vento terminando sulla carreggiata opposta, in corrispondenza dell’uscita della galleria Monte Barro».

La prima necessità è stata quella di rimuovere l’ostacolo, con l’intervento di Polizia stradale, Vigili del fuoco e tecnici Anas. «Si è poi dovuti intervenire - spiega l’azienda a cui fa capo la gestione della superstrada - per il ripristino delle condizioni di sicurezza e della segnaletica. Per questa ragione è stato prima chiuso il ponte Manzoni e poi, per evitare che molte auto si trovassero bloccate nel tunnel, anche la galleria Monte Barro, con le uscite obbligatorie al Bione lungo la carreggiata sud e a Civate-Isella lungo la carreggiata nord».

Quel che non ha ancora trovato una spiegazione esaustiva è però la necessità di tenere la galleria del Barro chiusa in entrambe le direzioni fino a dopo la mezzanotte. Secondo Anas gli interventi necessari a riaprire la circolazione in sicurezza sono stati rallentati dal forte vento che, a raffiche, ha spazzato il Lecchese per tutta la giornata.

Il risultato è stata una viabilità in tilt con livelli di traffico che raramente, e i lecchesi sono abituati alle code, si era visto.

Certamente si sono sommati più fattori: la chiusura nell’orario di punta del rientro, in un giorno di sciopero dei treni che ha certamente contribuito ad avere più auto sulla strada, e di venerdì sera, quando molte persone si mettono in viaggio dall’Hinterland milanese verso il lago e la Valtellina.

Il risultato è stato però il completo blocco della circolazione.

Fra le 17 e le 19, traffico impazzito sia per entrare, sia per uscire dalla città, con lunghissime code anche sulla viabilità secondaria.

Il blocco

In tarda serata invece il caos viabilistico ha riguardato soprattutto il traffico diretto verso il lago, a causa dell’uscita obbligatoria a Isella. Un lunghissimo serpentone di vetture si è incolonnato a passo d’uomo, o forse ancor più lentamente, lungo la bretella che collega a Valmadrera e al ponte Kennedy, poi da lì sul lungolago fino alle Caviate per il rientro in superstrada. Bloccate anche le strade alternative come il tratto di lariana fra Parè, Malgrate e la rotonda del ponte Kennedy, totalmente paralizzata.

Immancabili le polemiche: in tanti automobilisti segnalano sui social come quel cartello, più volte urtato da camion in transito, non fosse saldo da tempo, senza che però nessuno sia mai intervenuto. Segnalata anche la mancanza di informazioni dettagliate che avrebbero potuto evitare che qualcuno si mettesse in strada.

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