Caro direttore,
ho letto, come ogni domenica, il suo fondo. Mi ha fatto riflettere, perché anch'io, da giovane studente, ho tradito la fiducia proprio del professore che mi aveva eletto simbolo delle sue materie: matematica e fisica, Ero il suo pupillo. In un giorno di primavera avanzata fui scoperto in flagrante, mentre bigiavo con una compagna di scuola, non quella del cuore ergo, doppio tradimento, ma il peggio è che ho dimenticato quella compagna, io che credo d'avere una memoria di ferro: non grave ma gravissimo. Pensi che il non essere stato punito allora, oltre che essere rimasto ancora il suo alunno prediletto, mi brucia tuttora molto più di esserlo stato, perché ho tradito la fiducia che poi ha continuato ad avere in me anche dopo la fine della scuola.
Tutto questo per confermare la mia avversione per tradimento e corruzione, gli unici veri reati da punire perché sono l'origine di tutto il male.
Penso che i giovani d'oggi, rispetto a quelli della mia generazione, abbiano i nostri stessi difetti ma con molta presunzione in più, anche se è vero che noi abbiamo avuto insegnanti molto più esperti, in possesso di quella maturità che fa la differenza. Criticare si può, anzi si deve, è costruttivo, anche se è molto difficile farlo con alcuni sindaci del passato, come il professor Luigi Colombo, che ho avuto come insegnante di lettere, Bartesaghi, Rusconi, Bonaiti e pochi altri.
Ricordo sempre come dal '45 in poi, la massa degli italiani, fascista al 100% sia diventata improvvisamente rossa ma intelligente, quando nel segreto della cabina votò De Gasperi e non quel Togliatti, poi ministro di Grazia e giustizia.
Cordialmente.
Giovanni Bartolozzi
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