«Sto dando il massimo
per tornare a vincere»

Intervista con Barbara Guarischi, corridore Élite della Movistar: «Le gare si vincono d’inverno: voglio solo correre, forse come mai ho fatto».

Dopo un 2021 che di soddisfazioni sportive ne ha portate con sé una discreta dose, il 2022 di Barbara Guarischi non potrà certo essere da meno. Nell’anno dei 32, traguardo che taglierà il prossimo 2 ottobre, l’atleta di Pescate vuole stupire sé stessa prima ancora degli altri, provando a giocarsi tutte le chance che il destino, oltre che le sue capacità, le presenterà di fronte.

Partiamo dall’anno passato. Se ti guardi indietro, cosa ti rimane del 2021?

Il 2021 è stato un anno molto soddisfacente in fatto di risultati, ma soprattutto di sensazioni e confidenza nelle mie capacità. È mancata la vittoria, ma ritrovare le sensazioni e la voglia di poterla conquistare è stato un po’ come tornare a sognare.

Per il terzo anno consecutivo correrai con la Movistar. Quali obiettivi ti sei prefissata?

Mi aspetto di centrare il bottino pieno, ove ne avrò la possibilità; mi aspetto di stupirmi, in primis. Non ho un obiettivo in particolare: voglio solo correre, forse come mai ho fatto, sfruttando l’occasione e sempre al massimo. Certo, sarà poi tutto da vedere con le tattiche di squadra.

La preparazione sta volgendo al termine. Tra qualche settimana, le prime gare. Cosa ci puoi dire circa il tuo stato di forma?

Questi primi mesi sono andati lisci, che al giorno d’oggi non è poco. Sono stata 20 giorni in Spagna a dicembre, sola, per riprendere gli allenamenti e fare una bella base, per poi passare le feste a casa tranquilla, con qualche sciata sulle montagne di Livigno. Sono stata in ritiro ad Almeria con la squadra fino al 23 gennaio, poi un breve periodo di recupero per correre la prima corsa a Valencia il 6 febbraio e fermarmi in Spagna con la Nazionale italiana a Calpe per l’ultimo periodo di lavoro prima che la stagione delle classiche abbia inizio, il 26 febbraio.

Quali sono i punti su cui stai lavorando?

Mi sto concentrando a dare il 100% ogni giorno. Mi piace pensare alla vecchia maniera: le corse si vincono d’inverno, e per ora ho dato il massimo che potevo ogni giorno; spero di proseguire così. Sto lavorando con il preparatore della squadra, Servando, e siamo riusciti a partire con un “puntito mas” come dicono in Spagna. Rispetto allo scorso anno sto meglio in termini di valori e oserei dire che sono più tranquilla in generale; ora rimane questo ultimo mese importantissimo per affinare la condizione, senza andare oltre, e poi ci sarà una gara dietro l’altra.

Quali sono gli appuntamenti stagionali che ti stuzzicano maggiormente?

Al momento ho un calendario fino ad aprile che termina con la Roubaix. Farò tutte le classiche di Belgio e Olanda, che sono quelle che più mi divertono e piacciono per tipologia di percorso e meteo. Ci sono diverse altre corse che mi piacciono nel calendario in Svezia e Norvegia, però non divento matta: se le correrò darò il meglio, come del resto faccio nelle altre che mi stuzzicano meno.

A 31 anni puoi dirti un’atleta formata, o pensi ti manchi ancora qualcosa?

Se guardo indietro vedo una Barbara davvero cresciuta un po’ in tutti i sensi e questo mi fa sorridere: chi l’avrebbe mai detto? A parte gli scherzi, il passare degli anni non sempre è una brutta cosa. Ora ho più consapevolezza di ciò che faccio e di me stessa. In bici non oltrepasserei, però, i 35 anni.

C’è, dunque, ancora spazio per migliorare.

Penso che si possa sempre migliorare sotto tutti gli aspetti: ascoltare, osservare e apprendere. Il giorno che non avrò più l’interesse per apprendere vuol dire che il ciclismo non farà più per me. Questo non perché non potrò più imparare, bensì perché mancherà la voglia di farlo e, di conseguenza, di sacrificarmi per un obiettivo.

Quali sono i traguardi che ti aspetti di raggiungere, o comunque di concorrere ad affrontare, di qui ai prossimi anni?

Vorrei tornare a vincere, ma sicuramente l’obiettivo principale rimane quello di stupirmi, senza pormi limiti, nelle corse dove possibile. Ho sempre pensato che il ciclismo sia parte di vita e non vita; in quanto tale, per ora mi godo il privilegio che questo sport mi sta dando. Ho qualche sogno nel cassetto che mi piacerebbe realizzare in una vita “normale”.... in Spagna si dice “todo a su tiempo”, quindi per ora cerco di dare il massimo, ogni giorno, per quello in cui credo.

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