Scapuzzi scopre di avere il fiuto del gol

I primi riscontri In rete con il Sant’Angelo e con il Brescia, l’ex Pro Sesto dimostra talento e fisicità. Tacchinardi l’ha spostato al centro dell’attacco: «Non ho mai giocato in questo ruolo, devo adattarmi»

Sono gol che valgono poco o nulla. Ma sono la dimostrazione che il talento di Luca Scapuzzi, neo acquisto bluceleste, messo a fare l’attaccante da mister Tacchinardi, è ancora lì, tutto da riscoprire. Dopo sei stagioni alla Pro Sesto passate a cercare la salvezza, il suo sogno è di poter arrivare a Lecco per lottare per qualcosa di più.

E i gol contro Sant’Angelo e Brescia sono solo l’antipasto del suo sogno. «Al di là di questi gol – spiega l’attaccante bluceleste - questo è il momento di trovare la condizione fisica ed entrare a far parte di una nuova realtà dopo tanti anni di Pro Sesto. Contro il Sant’Angelo ho segnato dopo uno scarico di prima, un bel sinistro e un bel gol. Contro il Brescia invece, su un tiro di Longo, la palla è rimasta tra portiere e difensore e sempre di sinistro ne ho approfittato per fare un tap-in».

Due gol per ripartire: «Ripeto: ho fatto sei anni alla Pro Sesto e penso sia arrivato il momento di cambiare aria. È giunto il momento di misurarmi all’infuori di questo ambiente. Poi venire in una piazza così importante, dà il senso della mia voglia di cambiare».

Scapuzzi, dieci anni di giovanili rossonere, un grande talento, è stato quasi sempre utilizzato da esterno. Nel Lecco sta facendo coppia d’attacco: «Non sono una prima punta - taglia corto l’alto e talentuoso “puntero” bluceleste -. Non ho mai giocato nella posizione in cui sto giocando ora. A Sesto ho fatto l’esterno a tre davanti e il quinto a sinistra nel 3-5-2. Così vicino alla porta non avevo mai giocato, ma è un ruolo che posso fare. Devo adattarmi alle esigenze della squadra. Io poi sono alto ma anche tecnico. Sono più bravo palla al piede, che in acrobazia. Ma è il momento solo di mettersi a posto fisicamente. Le amichevoli servono solo a questo anche tatticamente».

Il lavoro fisico è grande, per ora: «Stiamo lavorando tanto, sul campo – spiega l’attaccante classe 1991 - C’è un po’ di stanchezza, ma stiamo lavorando bene e si sta creando un gruppo insieme a chi è qui da anni molto buono. Arriveranno anche altri e siamo in costruzione. Se siamo un cantiere aperto? Penso che chi è qui debba lavorare tanto e al massimo per creare un’identità di squadra. Il mister lavora tanto sul campo, è molto preparato. Dobbiamo seguirlo e sono convinto che ci troveremo bene. A livello personale devo solo capire cosa lui voglia da me».

Tacchinardi ha chiesto “Gente che mangia l’erba”. Scapuzzi è uno di questi? «Quella voglia ci deve essere sempre in serie C. Quell’atteggiamento e quella voglia ci deve essere sempre. Poi chi ha più qualità le deve mettere in campo, ma quella caratteristica non deve mai mancare neanche se punti ai playoff».

In un campionato come quello che si prospetta, una B2 dicono alcuni, il Lecco è attrezzato? O deve aspettare rinforzi? Scapuzzi nicchia: «Individualità forti ne abbiamo. Bisogna trovare il modo di creare il gruppo per riuscire a esaltare le caratteristiche dei giocatori. Ho sempre lottato per la salvezza a Sesto, ma non credo che sia questo il nostro obiettivo a Lecco. Penso - conclude - che ci sarà un obiettivo diverso. Ma la grinta sarà la stessa di chi si deve salvarsi. I ragazzi come Celjak, Battistini, Giudici sono molto forti. Danno qualcosa in più e danno anche un senso di appartenenza diverso. E queste caratteristiche le ritrovi poi anche in campo».

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