Lecco in disarmo
«Avanti con i ragazzi»

La proprietà: «Non possiamo più sostenere il peso di questa squadra, sul mercato faremo solo uscite». Di Nunno ha chiamato il suo amico Ameth Fall, ma l’ex bluceleste ha detto di no. Al momento non ci sono prospettive.

Altro che trasferta a Salò. Le preoccupazioni sono altre, in questo momento. Le parole del presidente Cristian Paolo Di Nunno e di suo padre, l’amministratore delegato Paolo Leonardo Di Nunno, questa volta non lasciano presagire nulla di buono. Le “sparate” sul «non mi aiuta nessuno», «il Comune non ci dà una mano», e via dicendo, sono il passato.

Il presente è la figura del figlio che sembra ormai aver conquistato la totale fiducia del padre e pare averlo convinto a lasciare per davvero i colori blucelesti. Era nell’aria da tempo, ma aver fatto quelle dichiarazioni («Non possiamo più sostenere il peso di questa squadra») alla vigilia della prima di ritorno contro la Pro Vercelli, è significativo. Non essendo uno sfogo, ma una video-intervista registrata prima della partita, è anche un qualcosa di diverso dal solito. È un qualcosa di ragionato, di voluto, di meditato.

Il Lecco ha le settimane contate? Conoscendo bene Di Nunno, no. Nel senso che non pensiamo abbia il cuore di far scomparire il Lecco a campionato in corso.

Ha sempre mantenuto la parola data e lo sfogo di mercoledì pare chiaramente portato a non far fare voli pindarici né a De Paola né a Fracchiolla. «Soldi non ce ne sono. Faremo solo uscite e giocheremo con i ragazzi». Più chiaro di così… Non è un caso che Di Nunno stesso abbia chiamato il suo amico Ameth Fall per chiedergli di tornare. Fall, che il bluceleste se l’è cucito addosso, però sta bene a San Benedetto del Tronto e ha già detto «No grazie, presidente». Insomma manco Fall vuole tornare perché ora si capisce che le vacche sono magre, anzi anoressiche. Anche perché ha due tesseramenti in stagione e non avrebbe potuto fare il terzo.

E così il Lecco rischia di perdere tutti i pezzi pregiati. Iocolano alla Juve, Lora chissà dove. E altri seguiranno se Di Nunno non troverà un aiuto economico oppure non darà qualche sicurezza in più alla squadra. La tempistica delle sue dichiarazioni, però, non poteva essere più sbagliata: lo salverà dalle critiche su un mercato al ribasso, nel senso che ora nessuno si aspetta più praticamente nulla dal mercato. Ma non lo salva da un campionato che ora rischia di diventare “per salvarsi” e basta.

Senza attaccanti (e ha venduto pure Mastroianni, che, se sapevi di non comprare nessuno, ci stava eccome), con il migliore via (Iocolano) e Ganz che sta cercando altri lidi dove migrare, con chi fai paura alle avversarie?

Il giovane Tordini non è più lo stesso degli inizi, per ora. Ma non è certo su di lui che bisogna puntare il dito. Insomma, le prospettive sono nere. È inutile girarci intorno. A meno che Di Nunno, alla fine, per l’ennesima volta, si metta una mano sul cuore e una nella tasca e trovi le ultime risorse per non far sprofondare il Lecco.

Perché di solito, in queste condizioni, si rischia grosso. La squadra c’è, comunque, e si è visto con la Pro Vercelli. Ma senza prospettive, si sa, i giocatori non giocano tranquilli, né remano tutti dalla stessa parte.

Una “bomba” come quella di mercoledì, dei Di Nunno, può essere disinnescata solamente facendo gruppo e stringendosi tutti insieme. Perché quelle parole, fanno male alla squadra. Malissimo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA