«Di Nunno decida, basta tira e molla»

La società Uno striscione dei tifosi chiede al patron di prendere una decisione, lo stesso invito da Antonio Pasinato: «L’incertezza non fa bene ai tesserati e all’ambiente. Si vuole puntare sui giovani? Va bene, ma vanno scelti bene»

Da tempo i tifosi del Lecco sono sul piede di guerra. E ieri uno striscione chiarissimo è apparso fuori dalla sede di via Don Pozzi. “Pdn (ovvero Paolo Di Nunno, n.d.r.): ogni giorno cambi opinione. È ora di prendere una decisione”. Firmato: “Cani Sciolti”, ovvero il gruppo maggioritario in Curva.

Un messaggio chiaro, sicuramente condiviso da tutti i tifosi del Lecco anche perché la misura è colma. Quanto si può stare ancora ad attendere senza avere contezza di quel che farà la proprietà? Bastano le indiscrezioni che abbiamo puntualmente riportato per tranquillizzare la piazza? L’iscrizione sarà davvero fatta senza ritardi o tentennamenti? Ma anche fosse così, cosa peraltro importantissima pena la scomparsa del professionismo calcistico, cosa sarà di questa società che pare un guscio di noce in un mare in tempesta?

L’abbiamo chiesto a chi di tempeste ne ha vissute tante e che a più di 80 anni rimane una roccia bluceleste immarcescibile. Antonio Pasinato vecchio cuore bluceleste non crede ai suoi occhi e alle sue orecchie: «Non si capisce più niente – scuote sconsolato la testa - . Un giorno dice che molla, l’altro afferma che rimane, poi ancora che non si iscriverà. Non è senz’altro una cosa positiva, questa, anche perché la data limite per l’iscrizione è vicina e non siamo ancora sicuri di nulla. Io sono convinto che la squadra la iscriverà senz’altro, ma questo comportamento tiene lontani i buoni giocatori che potrebbero arrivare e non è giusto trattare neanche i giocatori che già ha sotto contratto in questo modo. Non è una cosa molto bella. Ed è anche ora che decida. Conosce l’ambiente, sa quel che troverà, e se vuole rimanere, diciamo volentieri, rimanga. Altrimenti vada pure».

Le incertezze pesano non solo sul qui e ora. Ma anche sul domani. Perché costruire una squadra tutta nuova quasi da zero e con poche certezze è la via migliore per rischiare di disputare un campionato davvero in salita: «Ci vuole gente che conosca bene la categoria tra i dirigenti – spiega Pasinato -. Non capisco perché non abbiano riconfermato il direttore sportivo Domenico Fracchiolla: conosceva tutti i giovani e ne aveva presi di veramente validi. Mi chiedo: è andato via lui o lo hanno cacciato? Se se n’è andato perché stava subodorando quanto sarebbe successo, capisco. Ma non capirei se l’hanno allontanato loro, i Di Nunno: se i giovani sono quelli che ha portato, lui era un direttore valido».

Pasinato non è tanto preoccupato dalla politica “green” ma dal fatto che non ci sia nessuno a sceglierli: «I giovani capaci possono salvarti. Non è semplice, però. Intanto qualche tifoso mi chiede cosa succederà, ma neanche io lo so. So solo che è negativa questa situazione. Io ho fiducia in Gino Di Nunno, figlio del patron. Ero convinto che stesse lavorando nella direzione giusta. Ma poi è calato il silenzio. So solo che non possono farla loro da soli la squadra e non è giusto non prendere un direttore sportivo. I giovani non sono il problema: è chi li sceglierà».

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