Un gioiellino quello stadio
Ecco cosa significa programmare

L’Albinoleffe che ha battuto il Lecco ha dietro una società che sa guardare avanti.

Uno stadio-gioiello da 1.791 spettatori. Una bomboniera bluceleste(l’Albinoleffe reclama gli stessi colori del Lecco, anche se i suoi tifosi sventolano il bandierone biancoceleste).

Uno stadio davvero bellissimo, funzionale e che, soprattutto, tiene conto del lavoro dei media: addirittura il pocket lunch all’ingresso, le postazioni dedicate, l’hospitality, le sale media, le postazioni con internet e ogni comodità.

A testimonianza che la pubblicità è l’anima del commercio. Insomma, un qualcosa che nel ben più storico e blasonato Rigamonti-Ceppi non si è mai visto. Il che non fa la differenza tra le squadre, ma tra le società.

Nel senso che una squadra come il Lecco, saremo partigiani, anche se nel futuro dovesse trovarsi sotto l’Albinoleffe in classifica o in categoria, avrebbe ben altro bacino d’utenza, altra storia, altre prospettive.

Ma a livello societario l’Albinoleffe dimostra una cosa che, per ora, il Lecco non sa fare: programmare. È in una posizione comunque non eccelsa di classifica, ma investe su uno stadio privato. E guarda al futuro al di là del campo, dell’immanente. E scommette sulla propria capacità di investire sul futuro. Il che, questo sì, fa la differenza.

L’Albinoleffe Stadium è un progetto, non solo uno stadio e questo lascia capire come al di là dei ragazzi di De Paola, che comunque anche ieri meritano un grande plauso, manchi poi una programmazione lungimirante. E ieri è stata questa constatazione a lasciare più l’amaro in bocca, al di là del risultato sul campo.

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