Tre cordate volteggiano sul Lecco
Una direttamente dagli Stati Uniti

Dal patron della Tritium a quello della Casatese. E poi la società che smaltisce rifiuti a New York.

Dichiarazioni come prologo - «Vendo il Lecco, sono stanco; non ce la faccio più» (Paolo Leonardo Di Nunno, cit) - e voci che corrono. Al netto di blucelesti che si fanno onore sul campo e staccano in anticipo biglietti per inaspettati playoff (per come erano messe le cose a gennaio), sembra che la società di via Don Pozzi faccia gola.

Così a un tifoso del Lecco - che deve rimanere disincantato - è utile riassumerle. Quantomeno per quello che è dato sapere. Tre “entità economiche” sulla pista del sodalizio Calcio Lecco 1912.

In ordine sparso, la prima porta a Milano, via Legnano e Trezzo sull’Adda (Tritium, serie D girone C), ed è quella che porta al patron del club Marco Foglia, in un recente passato pure ex vice presidente del Legnano Calcio, e proprietario di Effecigi Group, azienda leader nella manutenzione e ristrutturazione edilizia di lusso con sede a Pero.

Foglia, dopo le prime esperienze nel calcio dilettantistico, si sarebbe interessato all’acquisto del Lecco con l’intermediazione di un ex dirigente bluceleste, comune amico del proprietario Di Nunno. Deluso in parte dall’attuale rendimento della propria squadra che veleggia nelle zone basse del girone C di serie D, malgrado l’allestimento di una squadra dispendiosa, starebbe corteggiando il patron bluceleste per farsi cedere il club.

Una seconda pista, invece, porta dritto nella Brianza lecchese. Più precisamente a Casatenovo e alla Casatese, dove il presidente Gianni Sassella - titolare della Sassella Costruzioni con sede nella cittadina - pare faccia parte di una cordata di imprenditori che avrebbe sondato la disponibilità ad acquistare il Lecco. Non si sa se con l’intermediazione del presidente onorario Angelo Battazza.

In ogni caso Sassella non entrerebbe nel Lecco da solo. Lo stesso Sassella è il papà di Gianluca (classe ’93), mediano titolare della Casatese.

Allo stato dell’arte, né la prima, né la seconda “entità” hanno compiuto quel passo significativo per aprire una trattativa: chiedere la visione dei libri contabili per conoscere (da prassi) lo stato debitorio del sodalizio di via Don Pozzi. Un passo che, invece, pare abbia già compiuto un terzo - potenziale - acquirente. Si tratterebbe del titolare italo-americano di una società statunitense, specializzata nello smaltimento dei rifiuti della città di New York. Una delle tante aziende che ruotano (in appalto) accanto alla società pubblica, Dsny (New York Department of Sanitation).

Quest’ultimo nome per ora è top secret, ma un primo contatto ci sarebbe già stato con emissari dell’imprenditore che pare fatturi ben oltre cento milioni di euro all’anno. E così si resti alle parole del patron Paolo Di Nunno che avrebbe confidato all’allenatore De Paola «ai playoff portami in serie B e resto». Ed ecco “il punto”: difficile - fino al 90’ dell’ultima sfida-playoff bluceleste - che l’attuale patron decida davvero di vendere. E, in ogni caso, non “si scappa”: qualsiasi sia la cifra di acquisto (1.200.000-1.600.000 euro), si paga “sull’unghia”. A pensarci, è questa la migliore garanzia per un futuro solido della società sportiva più importante della provincia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA