Petrovic: «De Paola mi sgrida
Giusto così, è per il mio bene»»

Il giovane attaccante del Lecco stimolato dal mister che gli sta insegnando la “cattiveria”. L’allenatore: «Se Tomi impara a metterci la “cazzimma” giusta, può andare in serie B e chissà dove...».

Se lo vedi in campo, con quel fisico imponente, alto, e con i piedi buoni, pensi che sia un predestinato. Uno di quelli che, sì ora è in serie C, ma domani chissà... E questo anche Luciano De Paola lo dice, un po’ sottovoce: «Se impara a metterci la “cazzimma” giusta, può andare in serie B e chissà dove...».

Ma, in fondo, “il Pirata” a questo crede poco. Non a che Tomi Petrovic non riesca a salire di categoria, ma che trovi la grinta che è in lui. È della vecchia scuola il “Depa”. Se non ce l’hai, non ti viene. L’agonismo, s’intende.

Ma non è proprio così. I giovani sono diversi da quelli che l’allenatore cosentino ha imparato a conoscere quando si buttava a piedi uniti su chiunque passasse dalle sue parti, da giocatore.

Vivono più di emozioni e di stimoli. E prenderli di petto a volte non fa il loro bene. Però Petrovic, dopo aver disputato una buona gara sabato contro la Triestina ed essere stato autore dell’azione del primo, importantissimo, gol bluceleste, ci crede un po’ di più. In sé stesso e nelle proprie possibilità di crescere. Tanto che quando gli chiediamo del gol segnato, ma “scippatogli” da Volta, il classe 1999 croato riflette: «Il gol non è importante. Importante è che continuiamo così. Però in quell’occasione ero da solo, lì davanti. Ho provato a sfondare centralmente, poi ho visto Simone Ganz dentro, in area. Volevo metterla a lui, ma Volta ci ha messo il piede e…abbiamo fatto gol».

Semplice no? Anche in questa spiegazione svela il suo animo onesto e gentile. Avrebbe potuto dire di aver tirato in porta per fare gol, e tutti avrebbero dovuto credergli. No, quello era un assist. Importante e decisivo. Ma, sarà un caso, contro la Triestina Tomi ci ha messo un po’ di cattiveria in più del solito. E i risultati sono arrivati: «Io non sono un giocatore cattivo - spiega il centravanti bluceleste - ma devo imparare a esserlo e devo farlo per me stesso e per la squadra. La verità è che io, prima, avevo sempre fatto la mezza punta, l’esterno d’attacco… Ora sto imparando anche a fare la punta centrale per far salire la squadra e per tenere “su” il pallone. Non è facile ma con tutte le sgridate che mi fa il mister, imparerò».

Anche il direttore generale Angelo Maiolo gli dà ragione: «Non tutti sopporterebbero De Paola - scherza Maiolo, ma neanche tanto... -. Gli grida di continuo. Diciamo che lo stimola sempre. E Tomi continua a imparare».

Così mentre Petrovic impara, l’intesa con Ganz non può che migliorare. E l’attaccante croato in bluceleste osserva: «A me piace molto giocare insieme a Ganz perché siamo uguali, ma diversi. Lui è tecnico perché si sa muovere, sa dialogare con me, sa mettere il pallone giusto. Non faccio fatica a giocare con lui e sono molto contento che abbia fatto gol. Siamo due giocatori tecnici».

E a questo Petrovic tiene molto: va bene essere cattivi, ma lui i piedi buoni li ha anche ora che cattivissimo non è. In attesa della grinta massima, si accontenta di deliziare i tifosi con i suoi tocchi. Anche perché, alla lontana, ricorda gli esordi di un Riccardo Capogna sicuramente più rissoso da giovane, ma con la sua stessa voglia di giocare il pallone.

Petrovic si schernisce e torna su Lecco-Triestina: «Sicuramente è stata una vittoria importante, importantissima. Ma non è finita qui. Ora dobbiamo fare sempre risultato per muovere la classifica. E io devo continuare su questa strada. Mister De Paola mi sgrida ogni tanto, anzi spesso, ma questo è perché crede molto nelle mie qualità e vuole che io tiri fuori la mia “cazzimma”. E pian piano la tirerò fuori…». E allora saranno guai per tutti.

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