Basket maschile lecchese in piena crisi. «È soltanto un giusto assestamento»

I numeri sono impietosi. Per fortuna c’è il settore femminile che tiene botta. Degrada (Fip provinciale): «È il portato della crisi che si riscontra da un decennio pieno».

Se non vogliamo affermare che il basket lecchese è in piena crisi, potremmo ricorrere alla lettura che il delegato provinciale della Fip di Lecco, Fausto Degrada, dà al quadro attuale: «un giusto riposizionamento».

I numeri d’altro canto sono impietosi. Quest’anno infatti sono presenti soltanto dieci squadre senior dalla Prima divisione in su: quattro femminili (una A2, due B, una C) e solo sei maschili (due C Silver e quattro D). Nessuna nelle due Promozioni (e le iscrizioni alla Prima divisione non sono ancora note). Probabilmente un record negativo storico. Soltanto pochi anni fa, come noto, c’erano addirittura due squadre in B maschile (Lecco e Olginate).

«Serve un incremento della base»

Mai così in basso il movimento provinciale, dunque. Perché? L’abbiamo chiesto a Degrada. «Risponderei in primis che è un fenomeno maschile, perché la nostra rappresentante femminile a livello nazionale è andata a gonfie vele, con il 6° posto storico conseguito da Costa Masnaga in A1, accompagnato dallo scudettino U19 e dal podio in U17. La successiva cessione del diritto mi sembra una decisione onesta, di voler rimanere a un livello sostenibile e non la vedrei come un declassamento».

Invece in campo maschile? «Con eguale lettura, direi che il non avere rappresentanti nazionali maschili resta unicamente un “giusto riposizionamento” al livello reale del movimento provinciale. Che è null’altro che il portato della crisi che si riscontra da un decennio pieno e che si concretizza oggi, in contrapposizione con i dati delle partecipazioni nel lustro precedente. Con un picco nella stagione 2018/19, quando Lecco aveva 2 società in terza serie (Basket Lecco e Npo Olginate), 1 in quarta serie (Calolzio) e ben 6 in D, oltre altre 8 in Promozione e Prima divisione. Totale 17 iscritte senior, che si contrapponeva plasticamente in pari data alle 7 scritte alla U13».

Dunque i campanelli d’allarme suonavano già. «Dicotomia che segnalai in occasione della riunione delle società lecchesi nell’ottobre 2018, preconizzando quello che oggi alle soglie del 2023 si sta riscontrando nei fatti. Senza un incremento della base, a mio avviso, il vertice non può che deprimersi progressivamente, alla luce della concorrenza forte del Csi (che si avvale di una deregulation regolamentare totale) e del volley (in costante crescita veicolata dalla presenza costante in Rai)».

«Fattene una ragione»

Altro segnale: nella scorsa stagione le società affiliate erano 24, di cui però solo 14 hanno partecipato all’attività giovanile o al minibasket. E quest’anno sono 23: Vercurago non si è riaffiliata. «Non ho rimedi da proporre - prosegue il delegato Fip -, se non quelle sollecitazioni che evoco dal 2008 (quando partecipai al progetto Bluceleste nel quale fui coinvolto dall’amico Dario Brini) e che risultano talmente inascoltate che non voglio annoiare riproponendole. Seppur nel 2019 ci ho riprovato, fondando con l’amico coach Roberto Cecchini la società Adda Accademy nel tentativo di alzare il livello delle giovanili nel Meratese consorziando le realtà presenti: con eguali risultati di audience come fu nella zona di Lecco».

«Chiuderei l’argomento - chiosa Degrada - con le parole che recentemente mi ha detto appunto Brini: “fattene una ragione”. Lui sta cercando di creare una partnership ristretta tra Calolzio-Pescate-Olginate alla quale faccio i miei migliori auguri».

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